Liberazioni di primavera: epilogo STRUMENTale anti-fashion |
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Aveva un legato di merda: lì, ci saremmo dovuti insospettire. E dire che il suo nome in spagnolo significa "bene-detto", e che aveva il physique du rôle del tenore (del tenorazzo, toh), e come i tenori parlava sempre altissimo per far capire a tutti che teneva la voce (sennò perché si chiama tenor!). Ma aveva veramente un legato di merda - anzi, non ne aveva alcuno: lì, ci saremmo dovuti insospettire. |
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L'italiano aureo, l'italiano vero, è elegante (stesso etimo di legato). E l'eleganza non c'entra niente, col fashion. Per ben due, ventenni, ci siamo manifestati tenori di bigiotteria (vedasi email precedente): emeriti pagliacci! E li abbiamo VOLUTI - NOI! Perfino l'UNESCO, omettendo l'origine poetica e linguistica dell'Opera - per mera ignoranza, di cui è solo l'Italia, colpevole - ci dà ipso facto dei bigotti, dei fascisti, dei pagliacci; a noi e a tutti i cantanti lirici del mondo! |
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Ma voi lo capite, ora, quanto è grande, la differenza, tra l'aureo e il bigotto? Quanto drammatiche sono le conseguenze? Ma voi lo capite, ora, quanto è grande, la differenza, tra dire e manipolare la lingua? Tra cantare e fare espressioni facciali? (E lo capite, che se Baerenreiter avesse cannato le umlaut nelle Messe di Bach come Ricordi ha cannato gli accenti delle parole tronche in qualsiasi spartito d'Opera italiana, in Germania tutte le edizioni sarebbero state ritirate dal commercio?)
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A volte mi chiedo se io non stia diventando ridondante e bigotta, in quel che professo. Poi ieri, per caso, vedo il nuovo spot della Maserati, protagonista Damiano David dei Måneskin - il quale, ricordiamolo, è un *CANTANTE* che attualmente fa numeri enormi cantando *italiano* in tutto il mondo (e già solo per questo conferma la mia tesi). Ebbene, in quello che è stato un minuto e mezzo di pura retorica su quelle che sono le virtù italiche piú amate, invidiate ed emulate al mondo... NON sono menzionati né la lingua, né il suo Canto. I due elementi che, pure, sono la causa del fatturato del protagonista stesso, dello spot. Sono ciò che lo rendono chi è. |
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Non una - UNA! - parola su ciò che ci fa italiani: la musicalità e plasticità della lingua - e del pensiero che ne scaturisce - che ci hanno *fatti* e tenuti insieme a discapito di qualsiasi, enorme differenza locale, di qualsiasi incomprensione interregionale, di qualsiasi misfatto politico, di tutto il sangue versato. Ma noi lo sappiamo, chi siamo? O, sennò, chi ci crediamo di essere? Quindi no, forse non sono ridondante, forse certe cose è bene continuare a ribadirle, finché una pubblicità simile non parrà davvero strana. Il livello di inconsapevolezza aurea è ancora pressoché totale. In, Italia. In. Italia. Ci si limita al fashion. Tutto ciò è molto, molto fashion. |
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"Al cimento si conosce il vero oro", recita uno dei tantissimi aforismi di Leonardo, che era anche poeta, ma anzitutto musico e suonatore di Lira (come tale venne assunto a Milano, alla corte di Francesco Sforza). E i poeti, ora come allora, si riconoscevano e si intendevano tra loro, e si sfidavano al cimento spesso dissandosi pesantemente, perché venisse fatta pulizia dei pagliacci e restassero solo le penne serie.
Perché restassero solo le lettere di un giovane poeta, vergate dal suo sangue, in uno scrigno del Tempo da cui la Storia si sarebbe potuta ogni volta riscrivere, senza copiarla. Sono i poeti, che hanno fatto e tenuto assieme l'Italia. Questo è vero ancora oggi: parliamo ancora italiano perché i rapper sono riusciti a stretcharlo nelle nuove esigenze delle nuove le leve (Balilla-Barilla: coincidenze?), sennò parleremmo la lingua dell'invasor, ciccini.
Sono almeno otto secoli che i poeti si danno a intendere l'italiano e l'esistenza dell'Italia. Poi ogni tanto spunta un pagliaccio e noi, lo facciamo parlare, o cantare alla Scala, perché non discerniamo la differenza tra un pagliaccio e un poeta. |
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Quando incontrate qualcuno con un legato di merda, masticato dalle facce stitiche che fa, mentre spinge come un cane perché non riesce a "far uscire la voce", quando incontrate qualcuno che cerca di imitare bigottamente una lingua che non intende, voi mandatelo da me: io farò di molto meglio che appenderlo caposotto, io ve lo farò Cantare Italiano. Liberandolo da sé stesso, lo libererò anche da tutti gli altri invasori. Vi lascio qui sotto alcuni tra gli strumenti di liberazione più potenti che ho trovato in 20 anni. (E, per la cronaca, Skype, su cui esclusivamente e quotidianamente lavoro, è uno di essi: ieri ho scoperto che è stato lanciato nel 2003, un mese prima che la Maestra divenisse tale: coincidenze?) USATELI, e FATELI USARE, questi strumenti che vi dò per fare il tempo, per dare profondità, prospettiva ed eleganza; per neutralizzare il fashion.
E, se proprio non sapete da dove iniziare, prendete un Fiato, di supporto. |
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Questa l'ho scritta in italiano e non la traduco, perché è per VOI, maled... AHEM, benedetti! Ciao, Belli! Buona Liberazione. La Maestra |
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extremely good at this (Graham Vick) a fantastic coach, extremely helpful for young singers as well as experienced ones (Barbara Hannigan) lingual and linguistic genius, almighty for vowel purity (Peter Tantsits) bringing the language, the music and the characters to life; results of the very highes quality (Paul Nilon) the foundation of a role, doesn't go on stage if she hasn't worked with me on it (Jennifer Rowley) magic keystone of vocal technique, musical interpretation and building of the character: a radical rethink of the act of singing (Anna Piroli) her incredible breadth of knowledge makes me feel entirely prepared (Heather Lowe) opened up my voice, and a world before my eyes; every Conservatory should benefit of her teachings (Giulia Zaniboni) a 180° turn in my work with the singers (Theophilos Lambrianidis) like four professionals in one: taking all those elements and conveying them into one single intention (Yiselle Blum) invaluable to make a role really succeed on stage (Ariadne Greif) thoroughly prepared and professional (Marie Kuijken) her work favours deep understanding, which makes the phrasing and vocal line. she is entirely devoted to the art of Opera singing, and her students (Ida Falk Winland) incredibly informed, consistent, knowledgeable Maestro (Michael Corvino) a lifeboat; carrying the torch of finest Italian Opera (Nathaniel Kondrat) a cure and a respect of the Music and the words’ musicality that can be learnt so deeply nowhere else in the world (Matilde Bianchi) an unconventional guardian angel (Giulia Ferraldeschi) |
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