NOTIZIARIO 7/21 Rinascita 18 Società Benefit Alta Formazione Antroposofica e La Questione Sociale Anno I Numero 7-Dicembre 2021 Bollettino mensile d'informazione e rubrica di notizie | Editore: Margarida Tavares | Direttore responsabile: Maria Samonà | Redazione: Alma Nicolicchia | Sede legale, amministrazione: Via Alessio Narbone nr.58, Palermo 90138 | P.Iva e C.F.06662510822. Argomenti: L'IDEA E L’ESPERIENZA DELLA MORTE NELL'EVOLUZIONE DELL'UMANITÀ | ANTROPOSOFIA 6° PUNTATA| TRIPARTIZIONE: ALCUNE CONSIDERAZIONI SU ASPETTI ECONOMICI IN USO | CALENDARIO DICEMBRE 21-GENNAIO 2022 | PROGRAMMAZIONE DIDATTICA COMPLEMENTARE DAL 2022 | SEMINARIO GRAVIDANZA E PARTO A DICEMBRE 21 |
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Editoriale Bentornati, cari lettori, a questo numero di Dicembre 2021 del Notiziario di Rinascita 18. Il periodo delle festività natalizie in Italia coincide con un restringimento delle misure prese dal Governo, per salvare il Natale. E proprio su questo punto e su questa narrazione vorrei soffermarmi un momento. Abbiamo sviluppato in questi due anni in modo ufficiale la tematica dello scongiurare la morte aggrappandoci a tutti i possibili mezzi materiali, fino ai decreti governativi che la possono debellare. Salvare il Natale, quel Natale che ci consente di festeggiare la nascita di Gesù, poi morto sulla croce per salvare noi. Noi che per salvare la sua nascita vogliamo scongiurare la Morte. Una risposta, la nostra, che indubbiamente ci dovrebbe far pensare.Così è stato proprio una felice connessione di eventi l’aprire una rivista Kairós, esattamente la n°5 del Settembre-Ottobre 1997 e trovarvi uno straordinario articolo di Alessandro Sbardelli scritto proprio per l’occasione: L’idea e l’esperienza della morte nell’evoluzione dell’umanità. Una passeggiata scritta in modo magistrale attraverso tutte le culture, da quella Atlantica fino, via via, alla nostra attuale epoca dell’Anima Cosciente, al fine di avere una grande e chiara immagine di come ci siamo rapportati nelle varie epoche con l’essere ciclicamente presenti sulla Terra e il dovere lasciarla e andare via. E mi è tornato in mente un brano di una conferenza di Rudolf Steiner nella quale egli afferma che l’umanità attuale ha in linea generale un’età di 28 anni e si affaccia quindi appena all’Anima Razionale e di Sentimento. Così, si può anche pensare che, essendo da allora passato un secolo, lentissimamente stiamo per avvicinarci ai 29 anni? Che stiamo per lasciare una zona interlocutoria per concludere un ciclo, poiché in questi secoli a venire entreremo nella fascia dei 30\33 anni, periodo in cui vivremo nella significatività dell’esistenza? Periodo in cui la nostra venuta sulla Terra ci imprime un sigillo? Se così fosse vediamo, infatti, che gli eventi sono scuotenti ma mentre in altri secoli le guerre le subivamo, oggi ognuno di noi è interrogato e risponde a suo modo. Non è una guerra di gruppo ma una guerra del singolo individuo. Questo è un grande punto di evoluzione. E allora io faccio la seguente riflessione: se siamo un’umanità che ha appena varcato la soglia dell’epoca dell’Anima Razionale e di Sentimento, ci troviamo in pieno accordo col periodo greco. E questo nonostante il rispecchiamento delle epoche ci dovrebbe far risuonare il periodo precedente, quello egizio. Ma noi siamo ancora in piena ricerca della Verità, in piena contesa sulla ragione e sull’efficacia formale di certe argomentazioni, al di là di ciò che lo Coscienza ci dice. |
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Ci seducono la retorica, la dialettica, diamo ragione a un forbito e inappuntabile castello di pensieri o se no dobbiamo dimostrarne con le stesse armi dialettiche l’infondatezza. E in questo esclusivo nutrimento del cervello ci identifichiamo con quell’essere che davvero verrà meno con la morte, che è il nostro apparato rispecchiante, il nostro cervello. E abbiamo terrore. E se all’epoca dei Greci, ancora florida di eterico e vita, sorgeva nascente e trionfalmente viva la Ragione, la Filosofia, alla ricerca della Verità, oggi, nè più e nè meno di tutte le altre Gerarchie di cui ci ha resi edotti Rudolf Steiner, siamo clamorosamente in ritardo e, in pieno ritardatario rispecchiamento dell’epoca greca, abbiamo paura della Morte che tuttavia non è più il regno delle ombre, che sarebbe quasi confortante, ma avendo noi sviluppato un Io Ego molto forte e identificato con il corpo fisico, adesso è il regno dell’Assoluto Nulla, il Nulla che Mefistofele ci fa balenare tra un alambicco e l’altro, tra una sinapsi e l’altra. Ma allora come fare un salto enorme e riallinearci con l’epoca egizia? Ci aiuta l’immagine che di questo periodo dà Sbardelli: “(Per gli Egizi) La vita è la manifestazione del Divino, le lettere del linguaggio degli Dei che si devono intendere e ricomporre in Terra per cantare tale lingua nell’Universo secondo il pensiero e l’autocoscienza dell’uomo, quale contributo dell’uomo al Cosmo e alle Gerarchie. È la riunione dell’uomo sviluppato sulla Terra e della sua anima celeste…” Ricordandoci che se un tempo le stelle parlavano agli uomini ed esse ora tacciono per ascoltare ciò che gli uomini hanno da dire loro, possiamo comprendere che dobbiamo dare un segno molto forte di cambiamento ricollegando la nostra parte sviluppata sulla Terra, l’io, alla nostra parte celeste, riguadagnando con nuova coscienza il trionfo sulla paura greca della Morte, considerandola ora come ritorno e ricongiungimento dopo il lavoro terrestre alla nostra casa nel mondo soprasensibile.Con questo augurio di liberazione da lacci illusori, tutta la redazione ed io vi auguriamo un felice Dicembre in una vera, rinnovata ri-nascita del Bambino in noi e nell’Universo. Vi saluto indicandovi che anche in questo numero di Dicembre continueremo a pubblicare lo scritto di Carmelo Samonà “Antroposofia”. Inoltre, da Dicembre 2021 e con il 2022 si riapriranno le iscrizioni per i nuovi corsi di Alta formazione della Scuola Rinascita 18 che, dopo la conclusione dei precedenti moduli della formazione in Medicina Antroposofica, Pedagogia Waldorf e Pedagogia Terapeutica e Arteterapia, nei vari mesi prima dell’estate, si riapriranno a Settembre 2022 con le sedi di Roma e Palermo. Maria Samonà |
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L'IDEA E L’ESPERIENZA DELLA MORTE NELL'EVOLUZIONE DELL'UMANITÀ Di Alessandro Sbardelli Da Rivista Kairós n°5 Settembre-Ottobre 1997 PREMESSA È un tema arduo, un compito di proporzioni vertiginose. Per portarlo a compimento in modo serio, ossia veritiero, si dovrebbe essere dotati di una chiaroveggenza illimitata. Rudolf Steiner ci parla spesso delle difficoltà, prolungate e talvolta ai limiti dell’insormontabilità, che si presentano quando si vogliano risolvere enigmi dello spirito e dell’anima e anche delle attese che sono richieste ai ricercatori. Nel presente scritto non si pretende che di far sorgere, nel campo dell’idea e dell’esperienza della morte nelle varie culture, dai motivi di pensiero consapevole immagini e risonanze interiori che accennino rapsodicamente e conducano più chiaramente ad uno sviluppo immaginativo e ispirativo. L’EPOCA ATLANTICA In Atlantide il continente era avvolto dalla nebbia, dalle masse di acqua sospese in forma di vapore, riflesso delle Acque che sono sopra il firmamento di cui parla la Genesi. L’essere umano aveva una coscienza divina vaga e nebulosa, con gli enti e gli oggetti circondati dalla bruma e ancora incertamente percepibili ai sensi ed una coscienza chiaroveggente resa possibile da un organo particolare, la cosiddetta Lanterna di Osiride, il cosiddetto Occhio frontale o Terzo Occhio, un organo che percepiva il calore, che serviva ad orientarsi ed era alla base della veggenza. Tale coscienza chiaroveggente riguardava per un lato gli stessi oggetti della coscienza diurna, per un altro si allargava alla percezione dei mondi divino-spirituali stessi. Gli Atlantici si avventuravano, per esempio, in una foresta, percepivano con i sensi gli alberi e sapevano che erano gli stessi alberi di cui, durante la notte, avevano conosciuto gli abitatori che di giorno nella sfera sensibile erano invisibili, quegli esseri che costituivano l’aspetto segreto, spirituale, inaccessibile ai sensi. Oppure si trovavano di fronte ad un lago, ne percepivano la superficie, l’atmosfera esterna e la conformazione arborea delle sponde. Si addormentavano poi sulla riva del lago e con la coscienza chiaroveggente incontravano e sperimentavano gli esseri del lago. Ma poi potevano allargare la visione soprasensibile e portarla su Esseri delle Gerarchie, non direttamente legati con gli aspetti della percezione, ampliando lo sguardo ai regni che sono al di là della porta della morte. L’atlantico era caratterizzato da un’aura eterica che non coincideva con il fisico ma che sporgeva al di fuori del contorno di esso. Questo stato di cose perdurò per gran parte dell’Epoca Atlantica. Tale condizione, in quanto non faceva coincidere il cervello eterico con quello fisico, non rendeva possibile, ad esempio, la facoltà del calcolo matematico neanche al livello elementare. Per di più l’abitante dell’Atlantide percepiva l’Essere della Natura, la Dea della natura come vivente. Egli entrava in contatto con la natura non solo attraverso la percezione, ma anche attraverso la nutrizione; perciò, data la sua conformazione, il risultato della digestione era la chiaroveggenza, una naturale e oggettiva chiaroveggenza. Tale situazione faceva sì che l’uomo fosse già in vita, circolante con il suo essere più intimo, nella sfera che è riservata a colui che ora attraversa le porte della morte, nel mondo divino-spirituale. Perciò l’idea e l’esperienza della morte non presentavano caratteri di alterità e di alienazione, nessun segnacolo di terrore e di orrore come annientamento. L’effettiva esperienza del morire era simile a quella del cambiarsi d’abito, del levarsi una veste per assumerne un’altra. Il ritorno ai Padri e agli Dei (la via dei Pitra e dei Deva) era il riversarsi e allargarsi (piuttosto che il concentrarsi) ad un mondo cui l’atlantico partecipava in buona parte già in vita. LA CULTURA PALEO INDIANA Nella cultura indiana le cose non erano sostanzialmente diverse: l’antico indiano percepiva il mondo esteriore come più compatto e distaccato dal mondo dello spirito, più nitido nella sua struttura fisico-eterica (la coscienza dell’indiano era fondata sul corpo eterico). Quando però accoglieva la vita eterica del mondo naturale e si tuffava in essa con lo sguardo e con i sensi, riguadagnava la vita degli esseri elementari e degli esseri spirituali che abitavano le presenze naturali. Dalla porta eterica la vista chiaroveggente si allargava alla vita complessiva degli Spiriti delle Gerarchie, di cui gli esseri elementari erano servitori. La percezione di continuità dello spazio fisico era avvertita come il Velo di Maya, il mondo di illusione gettato dagli Dei sulla realtà dello spirito, perché l’uomo si abituasse a ritrovarla con una maggiore consapevolezza della creazione dei Deva, perché attraverso il gioco dei riflessi sullo specchio la realtà del Divino venisse percepita più a fondo nella sua bellezza archetipica. Quando però, nella respirazione vivente, l’indiano entrava in armonia con il respiro che era il fondamento dell’opera dei Creatori, il mondo soprasensibile si rivelava nelle sue Forze e Virtù di canto e di metamorfosi anche nella coscienza diurna nella vita tra nascita e morte. La vita veggente significava scostare il Velo di Maya e percepire la magnificenza dell’Essere, il Devachan. Il morire era solo il ripiegare definitivo di quel Velo, il ritorno alle sfere originarie, anche se si prevedevano le vite terrene successive in cui il Velo doveva essere ripristinato, almeno parzialmente. LA CULTURA PALEOPERSIANA Nella cultura persiana i modi di cogliere il sensibile e il soprasensibile non sono essenzialmente cambiati ma è intervenuto un importante mutamento animico. In India il mondo sensibile aveva, come abbiamo visto, una funzione nel riconoscimento dei valori essenziali del Cosmo e dell’Uomo, ma era poco riconosciuto, apprezzato e amato per sé. Era in definitiva rifiutato, visto come la sfera del miraggio, dell’inganno, dell’esilio. Si aveva un atteggiamento di nostalgia nei confronti del Devachan, del mondo divino-spirituale e una conseguente svalutazione della realtà sensibile. L’antico persiano accetta invece la realtà fisica, la considera perché la vuole trasformare (il lupo deve divenire cane, la Terra Putrida deve trasformarsi in Terra Lucida). L’aratro d’oro che apre la terra e la prepara alla semina, l’aratro donato da Ormutz agli uomini è lo strumento e insieme il simbolo dell’opera di cangiamento. L’antico persiano percepisce ancora la realtà fisica come dura, ostile, perché ha ancora un rapporto diretto con il divino in modo sognante, nella coscienza di veglia; specie attraverso una connessione viva con i ritmi della luce e della tenebra, della vivificazione ad opera dello splendore solare e della parola vivente, della variazione dei colori-splendore fino ai ritmi eterici del tempo che riflettono il corso dello spirito. Però sente che il regno sensibile è la palestra del suo esistere, il campo indispensabile delle opere e dei giorni. Quindi il passaggio al di là delle porte della morte è colto come il ritorno amato alla sorgente della Fecondazione dell’Universo, alla Fonte-vortice dell’evoluzione senza fine, al serbatoio eterno dei modelli di ogni realtà, anche storico-sensibile. Viene anche afferrato dall’antico persiano come ciò che allontana dalla sfera di esercitazione del proprio essere volitivo, ove quest’ultimo si fonda sul carattere di alleato delle forze della luce per assicurare la vittoria del Sole sulla tenebra, e quindi di custode della bilancia cosmica, della bilancia in cui il Bene trasforma il Male, presenti la doppia connotazione di ritorno a casa, di necessario e temporaneo abbandono del proprio compito primario di proiezione evolutiva nel futuro, quale uomo di luce che trasforma le tenebre. Quindi una situazione di sollievo nel fondersi con le forze di luce dell’Uno-Tutto e di rammarico per l’oblio del proprio essere volitivo distinto, che si rifonde nelle opere. LA CULTURA EGIZIA L’uomo egizio compie un ulteriore passo nell’idea e nell’esperienza della morte. La vita non è più il Velo di Maya, la palestra per la trasformazione delle cose per far penetrare il Sole nella Terra, ma la Manifestazione del Divino, le lettere del linguaggio degli Dei che si devono intendere e ricomporre in terra per cantare tale lingua nell’Universo secondo il pensiero e l’autocoscienza dell’uomo, quale contributo dell’uomo al cosmo e alle Gerarchie. È la riunione dell’uomo sviluppato sulla Terra e della sua anima celeste. Dall’incontro nasce una forza di coesione che permetterà all’anima celeste di insediarsi nel corpo-mummia, abilitato sulla Terra a rendersi unitario ed efficiente, risolto e comprensibile in se stesso. Così il corpo, divenuto forma dell’Io, si fa strumento degli Dei. Al termine del cammino sulla Terra, si muta in stella. La morte appare come l’atto che conclude e permette di crearsi una casa nel mondo dello Spirito che diventerà il nuovo corpo stellare-divino. Il passaggio al di là è la via per la possibile Osirizzazione, per la trasformazione cioè della personalità in individualità mediante il calco della forma terrestre divenuta figura in cui un sensibile si trasmuta in soprasensibile. LA CULTURA GRECA Nella cultura greca l’uomo si cala con l’idea vivente entro la personalità, costruisce la propria anima individuale entro il sensibile a tal punto da realizzare un’armonica fusione con quest’ultimo nella bellezza, nella formazione delle opere d’arte. Questo processo viene approfondito fino al grado in cui l’anima individuale non riesce più a trovare la forza di risalire autonomamente al mondo spirituale. Si sente una larva, uno spettro, simile a uno svolazzante pipistrello nelle Squallide case dell’Ade come le chiama Omero; piange sconsolato il fiore della propria giovinezza perduto e falciato da Thanatos, il dio della morte. “Meglio essere un mendicante sulla terra che un re nel regno delle ombre” dice Achille a Odisseo nell’XI libro dell’Odissea, L’idea non è calata dentro l’anima individuale, a fissarne l’individualità, come Io-Pensiero che coglie l’essere delle cose e le ricongiunge l’una all’altra nella tessitura dello spirito, ma si collega solo agli enti e agli oggetti che si manifestano ed appaiono al di fuori dell’uomo, a ciò che, in qualche modo distinto dall’essere umano sempre più ricongiunto all’involucro terrestre e perduto in esso, tende a rivelarsi all’uomo stesso solo all’alba e al tramonto, al risvegliarsi e all’addormentarsi, in un cammino di progressivo crepuscolo e notte dell’anima entro la parvenza terrestre. Solo il Mistero del Golgotha sottrarrà l’anima dell’uomo al destino che si presenta quale presagio nel mondo della cultura ellenica e che il senso tragico dei Greci, dalle antiche manifestazioni dionisiache fino alle remote ricognizioni di Nietzsche, ha avvertito. IL PERIODO DELL’ANIMA COSCIENTE Nel Quinto Periodo Postatlantico, nel periodo dell’Anima Cosciente, che è il nostro, l’individualità, costituitasi saldamente nella volontà che ha forgiato il pensiero nell’anima attraverso l’esperienza della morte come spegnersi e riaccendersi dell’essere larva, dell’essere che si coglie oltre la morte e per la morte, nella persistenza del suo anelito a compiersi, deve affrontare il nuovo problema che gli offre la morte, sicuramente l’altro da sé, l’impersonale delle forze della necessità il cui immediato senso è la soddisfazione degli istinti e il cui significato è l’astrazione assoluta del nulla. Sullo sfondo della necessità, dell’istinto e del nulla, l’uomo è servo e marionetta. Ma nell’intimo di sé, quale ragione ultima del proprio essere, c’è una sfera separata- che è appunto separata per cogliere l’altro da sé- da amare. In tale forma separata c’è l’Individualità e la sua Disposizione creativa all’amore, a dare alle cose un significato che l’impersonalità degli istinti, del peso-numero-misura, il cui riassunto globale è l’Economia (di cui la religione, l’arte, la conoscenza sarebbero epifenomeni), negano. La morte rappresenta il passaggio all’alienazione entro l’impersonalità del Nulla, il rassegnarsi allo sconforto e all’oblio oppure il riaffermarsi nell’identità con se stesso nella persistenza della forma separata che, appunto, si apre agli esseri nell’amore, perché non si perde e confonde in essi ma trae le forze dell’autocoscienza per donare e donarsi. Così l’individualità può trasformare, come in Faust, il Nulla di Mefistofele nel Tutto. Perciò nel tempo presente il tema della Morte si rovescia nell’esser riflesso del Nulla o nel dare un senso alle cose, fondandosi sull’Autocoscienza. Cioè nel tema del Bene e del Male. Alessandro Sbardelli (Bologna 1929 - Roma 2019) fiduciario del Gruppo antroposofico Rosenkreuz di Roma è stato Assistente di Estetica all’Università di Bologna e si è occupato di Etnologia e Mitologia. Studioso per tanti decenni di Antroposofia. |
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Pubblicazione a puntate da uno scritto del Dott. Carmelo Samonà ANTROPOSOFIA 6° puntata 01/12/2021 (Continuazione dal numero precedente) La pianta come ogni organismo si determina e si differenzia a partire dall’unità, in modo che le sue parti non sono separate tra di loro ma stanno tra di loro in una relazione morfologica e funzionale in modo da costituire un sistema, cioè una totalità che è espressione di una logica unitaria. E’ dunque evidente sulla base delle nostre considerazioni che il metodo analitico sperimentale non è uno strumento adatto a mettere a fuoco ciò che è proprio, ciò che è specifico della vita. Infatti la procedura sperimentale comporta la distruzione dell’oggetto, la sua riduzione in parti semplici. L’oggetto viene disgregato proprio perché si parte dalla teoria secondo la quale esso risulta intellegibile come aggregazione di parti semplici secondo cause esteriori. Proprio in base a questa teoria l’oggetto viene radicalmente modificato dalla procedura sperimentale. Questa procedura considera la realtà a partire dal molteplice e considera l’uno solo la conseguenza dell’aggregazione del molteplice. Ma nella vita che si manifesta negli organismi si verifica l’esatto contrario. Qui il principio di determinazione è l’uno, e il molteplice si differenzia a partire dall’uno. E’ dall’uno, che trova la sua espressione indifferenziata nel seme che si sviluppano nello spazio e nel tempo le molteplici manifestazioni della vita. Se, in conseguenza della procedura sperimentale questa unità viene cancellata e l’organismo viene disintegrato e ridotto in frammenti, allora l’organismo muore, cioè cessa di essere organismo e diventa un’altra cosa: quest’altra cosa è il cadavere dell’organismo. La procedura analitico sperimentale espelle la vita dall’orizzonte osservativo prima ancora di assumere la realtà. Per questo è costretta a negarla. La procedura analitico sperimentale è un attrezzo inadatto per conoscere la vita. E’ come se si volesse osservare l’atomo col telescopio o il cielo stellato col microscopio. Se si tratta di vita, se si tratta dell’organismo bisogna adattare lo strumento alla realtà e non la realtà allo strumento. Ora lo strumento adatto a mettere a fuoco ciò che nella realtà opera come vita è il metodo fenomenologico, il metodo osservativo introspettivo di cui abbiamo parlato prima. Questo, come dicevamo si fonda sul primato dell’osservazione. L’osservazione è il varco per sperimentare le forze che operano all’interno della realtà. Il pensiero non deve abbandonarsi a riflessioni e anticipazioni, deve tacere, deve affidarsi all’oggetto così come si mostra all’osservazione, non deve anteporre all’osservazione opinioni soggettive presupposte. Un ampliamento dell’orizzonte della conoscenza nasce dall’osservazione pura. Su questa base il pensiero può sviluppare la forza per percepire quei pensieri che operano dentro la realtà come potenze creatrici che si manifestano nella vita. Qui il pensiero non si appoggia più sulla percezione ma poggia su se stesso. Proprio per questo può varcare la percezione per immergersi in quel flusso di forze temporali che costituisce la potenza creatrice invisibile che si rende visibile nelle forme e nelle trasformazioni degli esseri viventi. Questo territorio invisibile dove fluiscono le forze invisibili del tempo viene chiamato nella letteratura antroposofica mondo eterico o mondo elementare. Nel momento in cui il pensiero, oltrepassando il limite esteriore della realtà materiale si immerge in questo mondo, si trasforma radicalmente, si trasforma in percezione immaginativa. Ma proprio la pratica del metodo osservativo introspettivo ci apre la strada per riconoscere nella natura un completo mutamento dell’orientamento evolutivo. Questo mutamento avviene nel passaggio dalla pianta all’animale. L’animale si mostra all’osservazione come un essere che si muove in tutte le sue espressioni in una direzione completamente opposta a quella della pianta. Mentre nella pianta l’essere si muove verso l’esterno, dal tempo verso lo spazio in modo da manifestarsi come vita, nell’animale l’essere si flette entro se stesso, ritorna in se stesso in modo da schiudersi interiormente a se stesso, di incontrare interiormente se stesso. Non va verso fuori come accade nella pianta ma si volge a se stesso in modo da aprirsi all’esperienza interiore di sé. Questo sperimentare interiormente se stesso, questo sperimentare l’essere interiormente è la coscienza. La coscienza si mostra nella sua forma immediata nell’animale. L’organismo animale è plasmato per essere il portatore della coscienza. Le stesse forze che si manifestano interiormente nella coscienza operano esteriormente come forza plasmatrici dell’organismo animale. La morfologia e la fisionomia dell’animale sonno l’immediata espressione delle forze che si manifestano nella sua coscienza. Queste forze differenziano nell’organismo animale, da una parte gli organi di senso e, dalla parte opposta, gli organi del movimento. Per mezzo degli organi di senso l’animale è recettivo al mondo esterno e traduce i contenuti della realtà esteriore in esperienza interiori immediate. Per mezzo degli organi del movimento, dell’apparato locomotore, scarica verso l’esterno le esperienze interiori immediate, traducendole in movimenti. L’animale è dunque un essere recettivo e attivo, o, come diceva l’antica filosofia della natura, un essere impressionabile e irritabile La sua coscienza è costituita dunque dal circuito: percezione, emozione, movimento . Le forze che operano in lui traducono il moto interiore dell’emozione nel moto esteriore, nel moto che si manifesta esteriormente attraverso la locomozione. Nell’animale si manifesta il principio del moto. Possiamo dunque dire che nel regno minerale sono attivi i principi e le leggi che operano a partire dello spazio esteriore. Il minerale porta ad espressione ciò che opera a partire dallo spazio. Lo spazio è compenetrato da un ordine logico matematico che si manifesta nella quantità e nell’estensione. La matematica applicata all’estensione è la geometria. Lo spazio è compenetrato da una idealità matematico geometrica. Quando questa idealità trova l’opportunità di manifestarsi come potenza organizzativa nell’ambito minerale, allora dà luogo alla formazione del cristallo. Nel cristallo abbiamo l’espressione compiuta della forma come espressione esteriore dell’idea, come manifestazione dell’idea nello spazio. Lo spazio è il substrato della manifestazione della forma. Nella pianta invece sono attivi i processi che operano a partire dal tempo e che si manifestano come vita. Questa non nasce dalla prosecuzione dei principi che operano nel minerale, ma dalla loro inversione. Infatti l’organismo vegetale deriva dalla dissoluzione della forma, dal flusso delle forme nel tempo. Nella pianta ogni forma si trasforma nell’altra nello scorrere del tempo. E’ dunque il tempo il substrato dell’esistenza della pianta. Ma, come lo spazio è la manifestazione di una idealità matematico geometrica, nello stesso modo il tempo è l’espressione di una idealità matematico ritmica. Il tempo non è solo successione: Il tempo è interiormente strutturato in opposizioni, in ritmi, in periodi e in cicli. La pianta è l’espressione materiale dell’operare del tempo. Ora l’animale nel suo modo di essere supera le categorie dello spazio e del tempo. Il suo essere è il risultato della condensazione del tempo e del capovolgimento dello spazio. Infatti l’attività degli organi di senso la percezione. La percezione è il qui e ora entro cui tutto scorre. L’animale è riverso nell’immediato presente della percezione in cui il tempo si condensa nel qui e ora. Dalla parte opposta l’animale si mostra nel moto che, portandosi dall’interno verso l’esterno, determina la cancellazione dello spazio. Attraverso il moto la distanza si dissolve, Questo si manifesta nella velocità come rapporto tra tempo e spazio. Ora tutto questo si manifesta nella figura animale e nella sua evoluzione. L’animale infatti, proprio perché è portatore di quella interiorizzazione dell’essere che è la coscienza, si sviluppa attraverso la formazione di spazi interni che in realtà sono spazi capovolti, spazi che fano da appoggio alla coscienza. Questo si manifesta già nel periodo embrionale attraverso quella fase di sviluppo che prende il nome di gastrulazione. In questa fase avviene una invaginazione dell’embrione che dà luogo ad una cavità intorno alla quale si organizzano tre foglietti: l’ectoderma, il mesoderma e l’endoderma. In questa cavità si differenzia una molteplicità di organi: milza, fegato, cuore, rene e così via. In questi organi l’animale sviluppa simultaneamente ciò che la pianta sviluppa successivamente. Infatti la pianta sviluppa o suoi organi uno dopo l’altro: radice, foglia, fiore, frutto. L’animale invece sviluppa i suoi organi uno accanto all’altro: milza, fegato, colecisti, cuore, polmone, rene. Questi organi si sviluppano in uno spazio interno che è l’inverso dello spazio e che costituisce il substrato della coscienza. Infatti la coscienza è l’opposto dello spazio. Lo spazio è l’essere visto da fuori mentre la coscienza è l’essere visto da dentro. Minerale, pianta e animale rappresentano l’espressione oggettiva dell’operare delle forze dello spazio , del tempo e del movimento. Vedremo come l’uomo non viene organizzato direttamente da queste forze e come il suo essere risulti dalla dissoluzione dell’azione diretta di queste forze per introdursi di un nuovo principio che opera dall’eternità e si manifesta come io. |
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Tripartizione: alcune considerazioni su aspetti economici in uso! Di Marco De Berardinis Notiamo nel nostro paese una corsa a prestiti a fondo perduto per alcune categorie di cittadini (donne ad esempio o giovani) oppure prestiti agevolati e tutta una serie di possibilità intermedie. Per tutti gli altri, si chiedono garanzie per ottenere finanziamenti o la cessione del quinto per i dipendenti. Ma come si dovrebbe ragionare? Qual’ è il passo immediatamente successivo? Il passo immediatamente successivo è il credito personale. Per legge, ciascuno dovrebbe poter accedere a un proprio credito personale indipendentemente dalle garanzie che può o non può offrire. La possibilità di poter accedere a tale credito e la misura con cui verrà calcolato merita una considerazione analitica preliminare. Un istituto finanziario, quando eroga un prestito a un privato coperto dalle proprie garanzie, in realtà presta denaro dei correntisti e al contempo si arroga il diritto di esproprio dei beni in caso di insolvibilità (primo assurdo). In realtà non presta nella maggior parte dei casi nemmeno il denaro depositato dei correntisti ma lo produce dal nulla. Sulla base dei depositi dei correntisti, agli istituti di credito viene concessa la possibilità di creare moneta tot volte il capitale che detiene in forma liquida (secondo assurdo). Esempio: se una banca riceve €10.000,00 di depositi, può prestarne €9.800,00 (non suoi) grazie alla legge sulla riserva obbligatoria frazionaria (in questo caso al 2%). Pertanto non vediamo alcun ostacolo alla creazione di un credito personale di fronte a leggi del genere. Il credito personale da la possibilità di accesso al credito al cittadino come più volte sottolineato da Rudolf Steiner nei suoi scritti. Senza tale accesso al credito, il capace e il meritevole continuerà a essere dipendente dal capitalista o dall’istituto di credito perpetuando una nuova forma di sudditismo. Tra l’altro oggi le persone lo sanno, se non si hanno soldi non si può aprire un bar o un ristorante, una piccola attività a meno di un indebitamento. Alle critiche che ci saranno i soliti furbetti dell’ultima rispondiamo che oggi esiste la possibilità di vincolare tali prestiti e di controllarli e anche di autorizzarne o meno la spesa. Prenderemo ad esempio il caso di rimborsi da parte dello Stato per una città terremotata, può dare un idea di quanto andiamo esponendo. Una volta fatto il censimento dei terremotati e l’inventario dei danni, invece di gestire lui, lo Stato, i soldi stanziati, li potrebbe dividere tra i cittadini che provvederebbero a spenderli per la ricostruzione delle proprie abitazioni, e tra i Comuni per la ricostruzione dei propri beni. I buoni emessi potrebbero essere spesi solo con aziende edili accreditate per la ricostruzione e, per chi decide di trasferirsi, per le aziende accreditate alla demolizione. |
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AGENDA DICEMBRE 2021-GENNAIO 2022 - 4-5 dicembre: Formazione in Agricoltura Biodinamica, Agro-Omeopatia e Ecologia
- 10-11-12 dicembre: Formazione Triennale in Arteterapia: Armonizzatore Biografico
- 11-12 dicembre: Seminario* GRAVIDANZA E PARTO (Formazione Triennale in Medicina Antroposofica)
- 11-12 dicembre: Formazione SPECIALISTICA in Pedagogia Waldorf per insegnanti di scuola media
- 19 dicembre: Conferenza "Gaia Misteriosa-I Misteri della Terra non risolti" - parte II via zoom h.20.30-22
- 14-15-16 gennaio 22: Formazione Triennale in Arteterapia: Armonizzatore Biografico
- 15-16 gennaio 22: Formazione in Agricoltura Biodinamica, Agro-Omeopatia e Ecologia
- 15-16 gennaio 22: Seminario* PATOLOGIE TUMORALI E TERAPIE (Formazione in Medicina Antroposofica)
- 27 gennaio 22: INIZIO Corso di Astrosofia e Scienza Occulta (via zoom e presenza) giovedì dalle h.17-21
- 28 gennaio 22: INIZIO I 12 Sensi Lezioni Magistrali (via zoom e presenza) venerdì dalle h.18-20
* I SEMINARI MEDICI SONO APERTI A UDITORI (ISCRIZIONE OBBLIGATORIA, CONTATTO 392 998 3142) |
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Dott. Riccardo Nocifora, Dott.ssa Rosaria Ruberto, Dott. Carmelo Samonà docenti del Corso di Formazione in Medicina Antroposofica, e Angela Tinnirello professionista del massaggio ritmico antroposofico. |
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| | Liane Collot d'Herbois Nasce il 17 dicembre 1907 vicino a Tintagel (Cornovaglia-Inghilterra) e vi rimane fino a 12 anni, in un clima di tradizione e cultura celtica dove l'atmosfera del luogo, i colori che vi si possono sperimentare, in particolare il verde smeraldo del raggio al tramonto creano il fondamento per la sua anima di artista e terapeuta. Studia all’Accademia delle Arti di Birmingham e diventa insegnante artistica. L’incontro con l’antroposofia costituirà un ponte tra la sua ricerca spirituale e la vita quotidiana, che poté sperimentare con l’insegnamento artistico. Attraverso queste esperienze Liane Collot comprende come la costituzione, il temperamento, il carattere di una persona si possono manifestare attraverso le sue pitture. |
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| | Esperienza artistica con le velature, a cura della Dott.ssa Rosaria Ruberto, con il metodo di Liane Collot d'Herbois. "L’esperienza artistica è un cammino formativo in coerenza con il piano di studio della Medicina Antroposofica e le sue mete". Il primo obiettivo della formazione in Medicina Antroposofica è quello di acquisire un ampliamento dell’orizzonte conoscitivo, sulla base di una integrazione dei dati sperimentali con gli strumenti interpretativi derivati da un metodo di indagine fenomenologico osservativo, che possa ricondurre, sia i dati oggettivi che i dati sperimentali, a una rappresentazione sistemica dell’uomo fondata sull’individualità del malato. Il secondo obiettivo vuole essere quello di tradurre in strumenti operativi sul piano clinico e terapeutico tutto ciò che è stato acquisito sul piano conoscitivo e interpretativo. C.S. |
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| | Maria Ita Wegman (Karawang 1876–Arlesheim 1943) È stata un medico olandese, cofondatrice della medicina antroposofica con Rudolf Steiner. Fu medico e figura centrale della medicina antroposofica, fondò cliniche, centri terapeutici e istituti di pedagogia curativa. La clinica da lei creata ad Arlesheim in collaborazione con Rudolf Steiner, di cui fu una stretta collaboratrice, è tuttora attiva. Partecipò intensamente alla vita sociale e ai problemi politici del suo tempo comprendendo precocemente la natura del fascismo e del nazionalsocialismo e prendendo da subito una posizione di assoluta e concreta opposizione. Come medico Ita Wegman non conosceva la rassegnazione e spesso riusciva a sconfiggere la morte, secondo Madeleine van Deventer, “anche quando questo era impossibile, si avvertiva quanto la forza terapeutica dispiegata fosse importante anche per l’esistenza futura del defunto”. Nell’anamnesi i medici con le loro domande cercano per lo più solo i traumi e le carenze, i fardelli del passato, per comprendere nella sua evoluzione la patologia del presente. Raramente l’attenzione del medico si rivolge alla “vita non vissuta” e quindi al futuro, al quale non venne dato alcuno spazio, o troppo poco, nella vita della persona colpita. L’affrontare un tema di questo tipo in una visita medica – ammesso che vi sia un simile colloquio – ha spesso come conseguenza l’invio a uno psicoterapeuta. Non era così per Ita Wegman, che comprendeva come medico l’aspetto umano, un aspetto di cui fa parte anche il futuro individuale. Di lei si disse che era una persona con grandi capacità terapeutiche “Agiva attraverso l’esempio, non le teorie”. |
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PROGRAMMAZIONE DIDATTICA COMPLEMENTARE DA GENNAIO 2022 (tematica e specialistica) SEMINARIO: I 12 SENSI LEZIONI MAGISTRALI AREA: ANTROPOLOGIA Tipologia: Formazione Tematica I 12 SENSI LEZ. MAGISTRALI Venerdì 27 gennaio h.18-20 video-lezioni I 12 SENSI LEZ. MAGISTRALI Sabato 28 gennaio h.18-20 video-lezioni I 12 SENSI LEZ. MAGISTRALI Domenica 29 gennaio h.18-20 video-lezioni Iscrizioni: dal 27 Dicembre 21 al 20 gennaio 22 Inviare domanda a: info@rinascita18.it SEMINARIO: ASTROSOFIA E SCIENZA OCCULTA AREA: UMANISTICA, ANTROPOSOFIA Tipologia: Formazione Tematica ASTROSOFIA E SCIENZA OCCULTA Giovedì 27 gennaio h.16-20 video-lezioni ASTROSOFIA E SCIENZA OCCULTA Giovedì 3 febbraio h.16-20 video-lezioni ASTROSOFIA E SCIENZA OCCULTA Giovedì 10 febbraio h.16-20 video-lezioni ASTROSOFIA E SCIENZA OCCULTA Giovedì 17 febbraio h.16-20 video-lezioni ASTROSOFIA E SCIENZA OCCULTA Giovedì 24 febbraio h.16-20 video-lezioni ASTROSOFIA E SCIENZA OCCULTA Giovedì 2 marzo h.16-20 video-lezioni ASTROSOFIA E SCIENZA OCCULTA Giovedì 9 marzo h.16-20 video-lezioni ASTROSOFIA E SCIENZA OCCULTA Giovedì 16 marzo h.16-20 video-lezioni ASTROSOFIA E SCIENZA OCCULTA Giovedì 23 marzo h.16-20 video-lezioni ASTROSOFIA E SCIENZA OCCULTA Giovedì 6 aprile h.16-20 video-lezioni Iscrizioni: dal 27 novembre al 20 gennaio 22 Inviare domanda a: info@rinascita18.it SEMINARIO: AUTOCONOSCENZA E AUTOTRASFORMAZIONE LEZIONI MAGISTRALI AREA: ANTROPOSOFIA, ANTROPOLOGIA Tipologia: Formazione Tematica AUTOCONOSCENZA AUTOTRASFORMAZIONE Venerdì 3 marzo h.18-20 video-lezioni AUTOCONOSCENZA AUTOTRASFORMAZIONE Venerdì 10 marzo h.18-20 video-lezioni AUTOCONOSCENZA AUTOTRASFORMAZIONE Venerdì 24 marzo h.18-20 video-lezioni AUTOCONOSCENZA AUTOTRASFORMAZIONE Venerdì 7 aprile h.18-20 video-lezioni AUTOCONOSCENZA AUTOTRASFORMAZIONE Venerdì 14 aprile h.18-20 video-lezioni Iscrizioni: dal 3 gennaio al 24 febbraio 22 Inviare domanda a: info@rinascita18.it SEMINARIO FORMAZIONE: CONOSCERE L’ADOLESCENZA (Palermo) Per insegnanti e genitori: terzo settennio 14-21 anni AREA: PEDAGOGIA WALDORF, ANTROPOLOGIA ANTROPOSOFICA Tipologia: Formazione Tematica CONOSCERE L’ADOLESCENZA 18-19-20 febbraio Ven16-20 Sab 9-13/14-18 Dom 9-13 presenza CONOSCERE L’ADOLESCENZA 11-12-13 marzo Ven16-20 Sab 9-13/14-18 Dom 9-13 presenza CONOSCERE L’ADOLESCENZA 19-23 aprile Mar-Sab 9-13/14-18 presenza (sett. intensiva) CONOSCERE L’ADOLESCENZA 28-29 maggio 16 Sab e Dom 9-13/14-18 presenza Iscrizioni: dal 18 dicembre 2021 al 11 febbraio 22 Inviare domanda a: info@rinascita18.it CORSO DI FORMAZIONE INTENSIVO PER MAESTRI DI SCUOLA ELEMENTARE E MEDIE (Palermo) Secondo settennio 7-14 anni AREA: PEDAGOGIA WALDORF, ANTROPOLOGIA ANTROPOSOFICA Tipologia: Specialistica MAESTRI 2° SETTENNIO (1) 12-13 marzo 16 Sabato 9-13/14-19 e Dom 9-13/14-17 presenza MAESTRI 2° SETTENNIO (2) 19-20-21-22-23 aprile 40 Lun-Sab 9-13/14-19 presenza MAESTRI 2° SETTENNIO (3) 28-29 maggio 16 9-13/14-19 e Dom 9-13/14-17 presenza MAESTRI 2° SETTENNIO (4) 18-19 giugno 16 Sabato 9-13/14-19 e Dom 9-13/14-17 presenza MAESTRI 2° SETTENNIO (5) 9-10 luglio 16 Sabato 9-13/14-19 e Dom 9-13/14-17 presenza Iscrizioni: dal 12 dicembre al 4 marzo 22 Inviare domanda a: info@rinascita18.it CORSO DI INTRODUZIONE ALLA PEDAGOGIA TERAPEUTICA E ALLA SOCIOTERAPIA I - II (Sicilia) AREA: SOCIALE, PEDAGOGIA TERAPEUTICA, ANTROPOLOGIA ANTROPOSOFICA Tipologia: Formazione Tematica Pedagogia Terapeutica e Socioterapia I 19-20-21-22-23 aprile 40 mar—sab 9-13/15-19 presenza Pedagogia Terapeutica e Socioterapia II 27giugno - 1 luglio 40 lun-ven 9-13/15-19 presenza Iscrizioni: dal 4 febbraio al 28 marzo 22 Inviare domanda a: info@rinascita18.it CORSO DI FORMAZIONE INTENSIVO PER MAESTRI GIARDINIERI (Roma) Primo settennio 0-7 anni AREA: PEDAGOGIA WALDORF, ANTROPOLOGIA ANTROPOSOFICA Tipologia: Specialistica MAESTRI GIARDINO D’INFANZIA 14-15 maggio Sabato 9-13/14-19 e Dom 9-13/14-17 presenza MAESTRI GIARDINO D’INFANZIA 11-12 giugno Sabato 9-13/14-19 e Dom 9-13/14-17 presenza MAESTRI GIARDINO D’INFANZIA 4-5-6-7-8 luglio Lun-Ven 9-13/15-19 presenza (sett. intensiva in Sicilia) MAESTRI GIARDINO D’INFANZIA 3-4- settembre 16 Sabato 9-13/14-19 e Dom 9-13/14-17 presenza Iscrizioni: dal 14 febbraio al 7 maggio 22 Inviare domanda a: info@rinascita18.it |
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SALUTE E MEDICINA ANTROPOSOFICA GRAVIDANZA E PARTO FORMAZIONE IN MEDICINA ANTROPOSOFICA INCONTRO PER MEDICI E PROFESSIONISTI NELL'AMBITO DELLA SALUTE Seminario aperto a uditori PALERMO, VIA ALESSIO NARBONE 58 Sabato 11 dicembre 2021: h.9-13/14-18 e Domenica 12 dicembre 2021: h.9-13 Si rilascia attestato Per info. e iscrizioni si prega di inviare una email a: info@rinascita18.com entro e non oltre il 9 dicembre 2021 |
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RELAZIONE SOCIALE 2020 RINASCITA 18 S.R.L. SOCIETÀ BENEFIT Lo scopo delle iniziative nell’ambito dell’Alta Formazione Antroposofica promosse da Rinascita 18 S.r.l. Società Benefit, è quello di offrire, in particolar modo ai giovani, l'opportunità di percorrere processi formativi volti a risvegliare la loro creatività. Questo costituisce la base per un cammino di ricerca del senso, riposto in ognuna delle loro esistenze, in modo da potere trarre da se stessi, per propria iniziativa, quei progetti attraverso cui plasmare la propria vita, in modo da riconoscersi come soggetti attivi della loro esistenza e non come succubi delle circostanze esteriori. Il senso dell'iniziativa è fondato sulla libertà come presupposto dello sviluppo individuale, in maniera tale che ciascuno possa dare un suo specifico contributo, allo sviluppo di una società a misura d'uomo. La società ha avviato dal 2018 corsi di Alta formazione antroposofica in cui i beneficiari sono gli allievi e collaboratori volontari che attingono ai contenuti della formazione. La società si sta attivando per creare una rete di sostenitori, privati e aziende, al fine di istituire borse di studio per giovani, per la formazione in ambito pedagogico, medico, terapeutico e nell’agricoltura Biodinamica. La società opera prevalentemente nel sud Italia e si sta organizzando per uno sviluppo ed ampliamento della sua attività culturale e formativa, affinché entro il 2023 possa avviare le procedure per la certificazione Benefit e la misurazione dei risultati di impatto sociale. L’obiettivo principale è quello di sostenere in misura sempre più allargata lo studio e la formazione di chi ha difficoltà economiche, e di fornire una adeguata preparazione culturale e professionale per svolgere coscientemente e responsabilmente un lavoro a favore della comunità di appartenenza, per un bene comune. |
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