REGOLA N 1 PER UN BUON INVESTIMENTO: DIVERSIFICARE
REGOLA N 2 PER UN BUON INVESTIMENTO: NON DIVERSIFICARE TROPPO
In tema di investimenti, sia sulla stampa generica che su quella specializzata, abbonda (potremmo anche dire che viene ripetuto quasi alla nausea) il mantra della DIVERSIFICAZIONE. Da Donna Moderna, al Corriere della Sera al Sole24Ore, qualsiasi "addetto all'angolo finanza" ripete incessantemente i termini
DIVERSIFICARE, DIVERSIFICATE, DIVERSIFICAZIONE.
Ma perchè tutto questo accanimento sul concetto di DIVERSIFICAZIONE DEL RISCHIO?
Probabilmente questo "bombardamento mediatico" è volto a scardinare un'usanza tipica dell'investitore italiano, un'usanza che è l'esatto opposto della diversificazione. Per decenni gli italiani hanno investito (spesso in regime di fai da te o mal consigliati in regime di conflitto di interesse) il proprio patrimonio CONCENTRANDOLO in pochissimi attivi. Vi porto due tipici esempi:
1) Investire grandi quantità % del patrimonio di famiglia nel MATTONE (peggio ancora fare un mutuo pagando fior di interessi per investire in un immobile che oggi vale molto meno di capitale+interessi+spese/tasse).
2) Passando alla FINANZA, investire grandi quantità % del patrimonio di famiglia in pochi titoli obbligazionari/azionari, magari di 3/4 aziende dal nome familiare, meglio ancora se si tratta di BANCHE, con gli istituti provinciali/regionali a farla da padrone.
Siamo tutti d'accordo che parlare di simili strategie di CONCENTRAZIONE DEL RISCHIO nel 2017 sembra pura follia.
Ma provate a rileggere i due punti facendo finta di poter andare indietro nel tempo di 7 anni. Ebbene, queste due tipiche strategie fai-da-te immobiliari o finanziarie, contestualizzate nel 2010 vi sembreranno UN NORMALE MODO PER GUADAGNARE.
Purtroppo i drammatici risultati di queste strategie di CONCENTRAZIONE DEL RISCHIO sono noti a tutti:
Mercato immobiliare italiano in perdita
Crack finanziari
Titoli di banche e principali blue chip
I principali strumenti finanziari che consentono di investire secondo i principi della DIVERSIFICAZIONE sono i fondi comuni e gli ETF.
Investire in fondi comuni o ETF presenta tra gli altri un grande vantaggio: poter beneficiare anche con poche centinaia di euro di un'altissima DIVERSIFICAZIONE DEL RISCHIO, portando addirittura A ZERO le possibilità che da una settimana con l'altra il mio patrimonio possa incorrere in PERDITE IRREVERSIBILI di diverse decine di punti percentuali, come purtroppo succede con le strategie a CONCENTRAZIONE.
La regola d'oro degli investimenti è quindi diversificare sempre e comunque?
Purtroppo anche un eccesso di diversificazione del rischio può essere un male per i nostri investimenti: un portafoglio TROPPO DIVERSIFICATO rischia di non avere una direzione precisa. A maggior ragione in un mondo di tassi negativi, con un portafoglio troppo diversificato (e quindi poco soggetto ad oscillazioni di valore) si rischia di rimanere impantanati per anni in rendimenti nominalmente poco soddisfacenti.
Insomma:
Rischio troppo concentrato ed aumentano le possibilità perdere soldi.
Rischio troppo divrsificato ed aumentano le possibilità di guadagnare ZERO.
In realtà il mix di rischio "giusto" è unico e diverso per ogni singolo cliente e per ogni diverso periodo storico.
Il compito di un buon consulente finanziario è conoscere le dinamiche delle due forze antagoniste (CONCENTRAZIONE VS DIVERSIFICAZIONE) e miscelarle all'occorrenza in base a ciò che il cliente (adeguatamente formato e reso anch'esso consapevole di queste dinamiche) si aspetta dal suo investimento.
Luca Zaffaroni
Consulente finanziario e fondatore di Moneyplan