CANTARE ITALIANO TRAINING & TEMPO d'OFFERTA ALLA VERGINE: "Come direbbe mia mamma..."

Non si guarda l'Opera in TV!

Si guarda la TV - nell'Opera.

 

Lionello, Gullotta, i Guzzanti, Noschese, Reggiani, Crozza, Fiorello, Raffaele, Sabani, Aureli, Dovì, Marcorè - sarebbero stati famosi anche nel '700 e pure io, che non ho una TV, e pertanto non la seguo dal 1999, saprei comunque nominarne almeno una ventina: agli italiani sono sempre piaciuti, gli imitatori - anche se non sono ancora sicurissima del perché.

 

Un buon 80% del palinsesto di intrattenimento, includeva l'arte dell'imitazione ed è stato così sin dalle origini della programmazione RAI.

 

Per il mio "solito" Marius Schneider, trovare il ritmo e l'intonazione esatta di un uomo rientra addirittura tra i poteri sciamanici, in quanto, riportando un individuo "di leggera alterazione in leggera alterazione" alla sua naturale accordatura, alla sua vibrazione - dunque anche alla sua voce, avendo la facoltà di imitarla - lo si guarisce. Amarcord: mi ricordo - mi re-cordo, mi riaccordo, mi riporto al cuore.

 

Che gli imitatori siano una soluzione auto-taumaturgica, che si è data il nostro Bel Paese?

Perché mi verrebbe da dire che fare l'imitatore di professione è una cosa squisitamente italiana.

E ciò da prima, intuitivamente, che la TV esistesse: vale a dire a teatro e in particolare nell'ambito di quell'unica tecnica di incisione che consentiva il lascito di un personaggio e della sua voce™® ai posteri:

 

l'Opera.

Susanna, camuffata da Contessa, nel giardino, di notte, ne imita la voce:

La cadenza della Contessa intendeva certo imitare a sua volta qualcuno o qualcosa: forse uno specifico personaggio contemporaneo di Mozart, forse un modo di parlare, appunto una cadenza, un accento. La stessa formula, ma in Re, è ripresa da Marcellina sulle parole "Tutto ancor non ho perso: (mi resta la speranza)".
Forse un modo di parlare della classe colta, forse l'accento sivigliano: con uno studio approfondito e comparato tra le varie opere, un giorno penso che saprò dirvelo.

Se dico Al(l)ègrìa!, voi pensate a Mike - anzi, lo vedete: le vocal signatures sono oggi all'ordine del giorno più che mai: pensate agli YouTuber, il cui saluto alla community funge da sigla, appunto, alla trasmissione.

 

Forse, dunque, abbiamo sviluppato questa tendenza all'imitazione perché le imitazioni erano semplicemente possibili, grazie al mezzo televisivo antesignano della scrittura drammaturgico-musicale.
Imitare col canto chi parla: era nei manifesti, ab ovo.

Sia Rinuccio che Gherardino menzionano il nome di Schicchi, prima che lo stesso entri in scena, in modo identico,

e identico a come lo Schicchi stesso lo menzionerà in seguito, nella dettatura del testamento...

... ovvero mentre a sua volta è impegnato nell'imitazione di Buoso Donati.
Schicchi imita Buoso che imita Schicchi:

Probabilmente non sapremo mai chi fosse il "Gian-ni-Schic-chi!" secolare che Puccini intese immortalare, con questa ribadita esattezza di intervalli e durate: ma, grazie ad esse, abbiamo certezza che si tratti appunto di una imitazione.: chiunque fosse, questo personaggio, presentandosi, diceva il proprio nome "a singhiozzo" (probabilmente, anche qui, sotto un influsso dialettale: vien dal contado).

 

(Lasciatemelo dire: che tenerezza.)

 

Non è la sola imitazione presente nello Schicchi: Spinelloccio è sicuramente un altro caso lampante e credo che il precedentemente identificato Guccio (e una possibile connessa combriccola) possa centrarci qualcosa.

Imitare è un istinto naturale, anzi primordiale: per l'uomo, come anche per una moltitudine di altre specie animali - e vegetali!

Ci sono fiori che si fingono vespe o api, nella forma, e arrivano finanche a emettere una lieve vibrazione, che simuli il ronzio dell'insetto imitato e allo scopo di farsi "copulare" da esso, affinché questi prelevi, e poi diffonda, il polline.
 

Tra le tecniche di persuasione più elementari, c'è il muoversi a specchio col proprio interlocutore.

Sedurre, copulare, riprodursi, al fine di propagarsi, di diffondersi, è dunque alla base dell'istinto imitativo. Del resto, la riproduzione stessa è una forma di imitazione: il naturale risultato è l'ottenimento di una nuova vita che sia somigliante alla prima: tale padre, tale figlio.

"Tale e Quale™®".

Tale da far volere chi non vuole e disvolere chi vuole, diceva Papà: imitare, dunque, per sopravvivere.

Omai sarà più corta mia favella,

Pur a quel ch’io ricordo, che d’un fante

Che bagni ancor la lingua a la mammella

(Paradiso, XXXIII)

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Ancora Federico Fellini, ancora Amarcord (1973): un ragazzo riminese, prendendo in giro, con la lingua (alla fine farà una pernacchia), il professore della lingua nonna (il Greco antico), fa gran sfoggio dell'uso della schwa.


I due genii, pensando nella stessa lingua, hanno una "cinematografia" a mio avviso davvero molto somigliante.

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I compositori non hanno mai tralasciato l'aspetto ludico del prendersi in giro, del mandarsi frecciatine tra contemporanei; oltre che quello comunicativo ideologico: del mandarsi messaggi criptati di natura politica, o riguardanti la tecnica dell'arte - talora ben felici, che i posteri NON li avrebbero saputi cogliere - al fine di scremare la Setta dei Poeti Estinti: di creare un'appartenenza, o di impedirla.

 

Aneddoto esilarante: durante queste ferie ho conosciuto il nuovo fidanzato di un'amica, Antonio, di Guardia Sanframondi: poco più che un villaggio, in provincia di Benevento, è famosa per i riti settennali dei Battenti (vedi foto: peraltro si stanno tenendo proprio oggi - as we speak!!!), i quali costituiscono l'ottimo preambolo dell'aneddoto stesso, molto contestualizzandolo.
Antonio raccontava che, qualche anno fa, la cittadina minuscola finì sui giornali e alla TV, magno cum gaudio omnium, per un altro fatto di sangue: un padre aveva accoltellato il figlio perché questi non aveva dato il di lui nome al proprio primogenito (quando te le vai a cercare, proprio).
A quanto pare, la madre dell'accoltellato, e moglie dell'accoltellatore, intervistata dalla RAI, non faceva altro che ripetere al microfono un "Ch' mmort'f'cazzon'! Ch' mmort'f'cazzooon'!!!" - da allora rimasto proverbiale, nella cricca di Antonio e tra i guardiesi tutti: ho iniziato a dirlo perfino io.

 

Sto ancora ridendo, ma io rido perché io sentito Antonio dirlo - intonarlo, raccontarlo. Se volessi che anche voi iniziaste a dirlo, se volessi farlo diventare un tormentone contemporaneo, avrei due scelte: farvi conoscere Antonio, o scrivervelo in musica: "Ch' mmort'f'cazzon'! Ch' mmort'f'cazzooon'!!!".

(Ça va sans dire, la materna mortificazione era relativa non all'accoltellamento, bensì all'onta del mancato patronimico).

Il rito settennale dei Battenti, penitenti per la Madonna Assunta, a Guardia Sanframondi (BN).

Il primo compito a casa che vi assegnerò, sarà di trascrivere in musica una nota vocale di vostra madre (o chi per lei):

 

parte tra un mese, il mio primo corso di formazione al Cantare Italiano e sarà fornito in due versioni separate, monolingua: italiana e inglese.

 

Si terrà a partire dall'autunno 2024 e si chiuderà entro la primavera 2025, in 15 sessioni di gruppo, da 2 ore ciascuna, che vedranno coinvolti massimo 4 partecipanti - i quali prima apprenderanno da me e poi applicheranno, insegnandosi a vicenda sotto la mia supervisione.

 

Il costo complessivo del corso è di €999 a partecipante.
Rispondi a questa email se ti interessa partecipare.

Inoltre, per accogliere il tempo della Vergine e propiziare il suo frutto, eccovi una piccola, ma sanguinolenta (per me) offerta:

 

-15% sul PORTAMENTO (1 lezione individuale di 70', ripetibile),

-10% sullo STACCATO (pacchetto due lezioni individuali da 60', ripetibile)

-5% on the LEGATO (bundle of four, 60' long, individual sessions, non ripetibile).

 

Valida fino a domenica 1 settembre, utilizzando sul sito (link sotto) i codici:

VIRGO15 (per il PORTAMENTO);

VIRGO10 (per lo STACCATO);

VIRGO5 (per il LEGATO).

Potete usufruirne anche semplicemente rispondendo a questa email.

VIRGO

Mi commuove, l'idea che l'Opera sia costellata di centinaia di cristiani di cui abbiamo perso l'identità umana originale, ma il cui stampo è riuscito a sopravvivere.
E tu, dimmi, come faceva tua madre, tuo padre, tua nonna, tuo nonno? Anzi, scrivimelo: facciamo Opera.

 

L’imitazione: madeleine proustiana che spalanca l’edifice immense dell'amarcord.

 

La Maestra

The Cantare Italiano ARKive
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extremely good at this (Graham Vick)

 

a fantastic coach, extremely helpful for young singers as well as experienced ones (Barbara Hannigan)

 

lingual and linguistic genius, almighty for vowel purity (Peter Tantsits)

 

bringing the language, the music and the characters to life; results of the very highes quality (Paul Nilon)

 

the foundation of a role, doesn't go on stage if she hasn't worked with me on it (Jennifer Rowley)

 

magic keystone of vocal technique, musical interpretation and building of the character: a radical rethink of the act of singing (Anna Piroli)

 

her incredible breadth of knowledge makes me feel entirely prepared (Heather Lowe)

 

opened up my voice, and a world before my eyes; every Conservatory should benefit of her teachings (Giulia Zaniboni)

 

a 180° turn in my work with the singers (Theophilos Lambrianidis)

 

like four professionals in one: taking all those elements and conveying them into one single intention (Yiselle Blum)

 

invaluable to make a role really succeed on stage (Ariadne Greif)

 

thoroughly prepared and professional (Marie Kuijken)

 

her work favours deep understanding, which makes the phrasing and vocal line.

she is entirely devoted to the art of Opera singing, and her students (Ida Falk Winland)

 

incredibly informed, consistent, knowledgeable Maestro (Michael Corvino)

 

a lifeboat; carrying the torch of finest Italian Opera (Nathaniel Kondrat)

 

a cure and a respect of the Music and the words’ musicality

that can be learnt so deeply nowhere else in the world (Matilde Bianchi)

 

an unconventional guardian angel (Giulia Ferraldeschi)

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