nuovi piani:

"SI PUÒ" CANTARE,

CON LUNGHE ESPOSIZIONI

Scrivo sempre all'alba, perché dalla notte arriva la materia prima migliore: si tratti del pesce sul banco del supermercato o delle più estreme propaggini vibratorie di un pensiero nuovo,

 

quando esse si fanno finalmente percepibili, quindi immortalabili, e vengono finalmente registrate (re-cordate) sul timpano interiore di cui siamo tutti, indistintamente, dotati.

Talvolta questo pensiero nuovo è di natura schiettamente musicale, è una melodia;

 

ma non certo una melodia nuova: dacché le melodie, gli inni (specie se ridotti alla loro più scarna essenza - intervallare, ovvero proporzionale, e timbrico-cromatica) sono esseri immortali, che esistono e vanno in giro da sempre:

 

qualcuno periodicamente li incontra e se li ritaglia nello spaziotempuccio di casa propria, ricomponendoseli a suo modo, tempo e gusto; ma di fatto erano già lì, uguali per tutti e senza appartenere a nessuno (come quando si gioca a vedere gli animali nelle nuvole, senza per questo possedere le nuvole).

 

Per inciso, questo fatto i celeberrimi antichi lo sapevano bene, tanto che gli inni importanti li incidevano nei capitelli dei colonnati affinché i templi ne risuonassero in eterno; magari poi li interpolavano e li tropavano polifonicamente, ma non li modificavano MAI:

 

ciò perché gli inni *sono* gli dèi.

 

YEP, gli inni musicali sono le divinità stesse in forma vibratoria primaria: non percettibile dagli altri quattro sensi, ma dall'udito sì; udito che a sua volta è sempre preceduto dal timpano interiore, il quale ne sa registrare quei filamenti sottili, che sfuggono ai dispositivi più grossolani.

Non ricordo chi scrisse: gli antichi greci credevano agli dei perché li vedevano; ed io parafraso: ci credevano perché li udivano.

Quando cantiamo, noi ripercorriamo questo stesso processo di immortalamento: di registrazione, ossia re-cordo; di immaginazione e riconfigurazione - del divino, o de quello che ve pare.

Schneider vede in questo la potenza della sillaba OM, ovvero AUM, retrogrado in MUA: AUMMUA... MUAAUM... sentitene l'effetto doppler, sentite come essa proceda, avanzando e ritirandosi, al pari della risacca marina, e simuli i tre stadi dell'esistenza: MMM (oscurità, filamento immateriale) UUU (penombra, gemito) AAA (luce, materia) - e viceversa:
prendere dalla notte, portare alla luce del giorno, riportare alla notte.

 

Mi spiego meglio, senza tirarla troppo lunga: SEGUITEMI, è importantissimo, e cliccate per leggere fino alla fine se l'email viene tagliata).

Accade - fisicamente - che, da un'oscurità silenziosa, e grazie ad essa, una sottilissima propaggine vibratoria arrivi a stagliarsi, a distinguersi abbastanza da impressionare una pellicola interiore

 

(il timpano interiore di cui sopra: quello che "canta" quando una musica vi viene in mente; l'unico timpano a cui Beethoven abbia potuto riferirsi dopo i 28 anni).

 

Il tempo di esposizione fotografica da destinare all'impressione di questa propaggine è tanto più lungo, quanto più ineffabile e inafferrabile è il pensiero musicale da immortalare; tanto più esso è "nuovo" a chi lo "vede".

Questa esposizione fotografica, inizialmente quasi fantasmagorica, continua finché l'artista non decide di scattare, di chiudere l'obbiettivo: per il cantante, ciò equivale ad entrare in apnea e ad emettere il suono recordato.

 

Da lì in poi - CICCINI - ciò che è entrato dal diaframma della camera, è entrato - e così andrà in stampa, non si può più modificare.

Perciò, durante l'esposizione, è bene non muoversi.

 

(Negli antichi dagherrotipi, occorreva stare in posa dai 10 ai 15 minuti, se si intendeva lasciare ricordo di sé ai posteri; il che spiega molte delle espressioni - non contratte, non sorridenti, neutre, ritratte in quelle che spesso erano testimonianze visive uniche di un'esistenza terrena.)

Così la luce vera emanata e riflessa dai corpi impressiona il film e si fa negativo: immagine sulla parete della caverna platonica - che va poi sviluppata e stampata nel buio della camera oscura che la stessa caverna è, affinché possa tornare viva.

 

Nel processo fotografico, queste operazioni avvengono spesso appannaggio di persone fisicamente diverse - e così è per la musica e per il Canto:

 

voi dovreste badare alla qualità dell'esposizione, a regolare il diaframma in base alla quantità di luce, a decidere quando è il momento di scattare,

 

e invece, eccovi lì - CICCINI - a costruire intere carriere sul disperato tentativo di controllare lo sviluppo e la stampa.

 

Patetici. Ad litteram.

Ben lungi dall'essere un silenzioso, buio, osservante processo di esposizione e gestazione di un filamento i(n)spirato

 

(che il compositore ritrova nel suo orecchio e ricompone sulla carta, mentre un cantante ritrova sulla carta, o nell'aria, e poi ricompone nel suo orecchio interno, ivi ascoltandolo attraverso il proprio filtro vocale, che è innanzitutto interiore)

 

la maggior parte delle lezioni di canto sono invece meri MASSACRI SONORI, ai danni innanzitutto del discepolo, che ripetendo la forzatura si rafforza nell'errore, ma anche del malcapitato Maestro, bombardato di decibel e letteralmente abusato di tentativi ciechi e prevedibilmente fallimentari.

Se quel Maestro è La Maestra, NO SE PUEDE: eppure, spesso non c'è monito che basti, da parte mia e, alla luce di questo fatto, vi sono sincera, l'unico nuovo piano che avrei voluto inserire in questo rinnovo annuale del mio assetto generale, era un innovativissimo "pay as you f*ck up", ossia "paga in base a quante ne spari a caso".

Tipo: la lezione di base è gratis, ma per ciascun suono non sufficientemente preparato, vi partono €50 euro (una bazzecola, se foste davvero coscienti di quanto vi costano i suoi prematuri e abortiti) - che dite?
Ecco, io credo che con un piano tariffario simile iniziereste a cantare bene all'istante.


Anzi, non a cantare bene, ma a cantare, tout court.
Molti di voi sono ottimi vociatori e imitatori, ma non cantanti.
Cantare è risuonare di altro, da sè; non di se stessi.


Così si è impressionati e si impressiona (anche una commissione): questa è la differenza tra una pellicola su cui si è impressa la Luce per sempre - e la sua fotocopia, o un file digitale.

Purtroppo il mercato lirico non è ancora abbastanza evoluto per un plan simile, sicché ho deliberato quanto di seguito.

Schiacciando il bottone qui sotto, verrete ridiretti ai miei nuovi plans, scontati in offerta lancio del 15% fino a domenica 3 marzo a mezzanotte (ciò nel caso in cui a febbraio abbiate esagerato con la carta di credito, tra gli ultimi saldi e San Valentino: del resto, chi è senza peccato... etc.).

 

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Come sempre, potere effettuare i medesimi ordini semplicemente rispondendo a questa email, ricevendo una regolare fattura e procedendo poi al pagamento, effettuandolo nella modalità che più vi aggrada, entro il mese solare in cui avete ricevuto la fattura stessa (in questo caso, va bene entro il mese di marzo).

"Signore, Signori":

SI PUÒ!

Ciò detto...

QUALE PLAN SCEGLIERE?

Ve li presento brevemente:

FIATO Un best seller, con solo pro e senza alcun contro, che supporta tutto il materiale gratuito di cui già fruite, lo espande e in più vi concede uno sconto su tutti gli altri plans! C'è da pensarci? Io dico di no.

 

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IMPRESARIO Vi aspetta un concerto, o un primo ruolo più serio, oppure la vostra tecnica non è, non è più o non è mai stata all'altezza delle vostre ambizioni.

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RUOLO IDEALE ANCHE PER VOCAL/DICTION COACHES!

A prenotazione gratuita, e del tutto gratuito per chi sottoscriva il FIATO: quando sarà raggiunto il numero minimo di partecipanti sarete ricontattati e vi saranno presentate le condizioni, che deciderete allora se accettare.

 

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Voi volete essere delle stelle,

ma sono le stelle ad abbisognare del maggior tempo di esposizione,

nel silenzio, nell'oscurità, nell'immobilità della notte,

 

affinché se ne importi e comprenda l'informazione milionaria.

 

La Maestra

“Sara is extremely good at this; we're working in extremely good Italian”
Graham Vick

 

"a fantastic coach, extremely helpful for young singers as well as experienced ones"
Barbara Hannigan

 

“bringing the language, the music and the characters to life; results of the very highest quality”
Paul Nilon

 

“a lingual and linguistic genius, almighty for vowel purity”
Peter Tantsits

 

“the foundation of a role; it doesn't go on stage if she hasn't worked with me on it”
Jennifer Rowley

 

“magic conjunction of vocal technique, musical interpretation and building of the character:
a radical rethink of the act of singing”
Anna Piroli

 

“an incredible breadth of knowledge: after we've worked I feel entirely prepared”
Heather Lowe

 

“Sara opened up my voice, and a world to my eyes”
Giulia Zaniboni

 

“I was able to improve my coaching skills, with obvious results for the singers: a 180° turn in my work”
Theophilos Lambrianidis

 

"unparalleled with how she teaches the unification of an idea;

she's like four professionals in one: taking all those details and putting them into one intention"
Yiselle Blum

 

“invaluable: she’ll make a role really succeed on stage”
Ariadne Greif

 

"potentially life-changing”
Amy Payne

 

“brings life to operatic drama”
Maria Sanner

 

“enlightening, professionally and humanly”
Clara La Licata

 

“thoroughly prepared and professional”
Marie Kuijken

 

“truly unique method and insights”
Jasmine Law

 

“entirely devoted to the art of Opera singing, and her stuents"
Ida Falk Winland

 

“incredibly informed, consistent, knowledgeable Maestra”
Michael Corvino

 

“a lifeboat, a light-bearer: carrying the torch of finest Italian Opera”
Nathaniel Kondrat

 

“a cure and a respect of the Music and the words’ musicality that can be learnt so deeply nowhere else in the world” Matilde Bianchi

 

"an unconventional guardian angel"

Giulia Ferraldeschi

 

“a true Maestra, engaged and engaging; magic effect on the voice and our art form”
Jessica Harper

 

“those who pursue the ultimate depths and meaning of the human voice, MUST follow her”
Andrea Tosi

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