NOTIZIARIO 6/21

 

Rinascita 18 Società Benefit

Alta Formazione Antroposofica e La Questione Sociale 

 

Anno I Numero 6-Novembre 2021 Bollettino mensile d'informazione e rubrica di notizie | Editore: Margarida Tavares | Direttore responsabile: Maria Samonà | Redazione: Alma Nicolicchia | Sede legale, amministrazione: Via Alessio Narbone nr.58, Palermo 90138 | P.Iva e C.F.06662510822.

 

Argomenti: IL TRIPLO ENIGMA DI KASPAR HAUSER-UN FANCIULLO USCITO DALLA NOTTE |

ANTROPOSOFIA 5° PUNTATA | TRIPARTIZIONE: LA LIBERTÀ NELLA VITA SPIRITUALE | CALENDARIO NOVEMBRE 2021

 

Foto di STEFANO FOGATO

 

    Editoriale    

 

Benvenuti a questo nuovo numero del nostro Notiziario. L’autunno entra, in questo mese, pienamente nella sua pienezza e l’esterno diminuisce la luminosità del giorno, preparandosi con questo diminuire e oscurare, a un futuro periodo di risalita della luce, curata al suo inizio con il riposo invernale. Tutto questo mondo della Natura viene equilibrato dall’attività umana che, in controtendenza, aumenta la propria luce interiore di risveglio in autunno e, quando poi al solstizio invernale avrà certezza di aver lavorato bene, potrà iniziare a raccogliere i frutti spirituali.

È dunque il tempo di risvegliare la nostra spiritualità per illuminare la decadenza della luce che, più che mai in questo periodo, avvolge l’umanità. In tema con questo periodo, ho scelto per voi un articolo di Kairòs tratto dal n.23 del Settembre/Ottobre 2000. Il suo titolo è “Il triplo enigma di Kaspar Hauser- Il fanciullo uscito

dalla notte”. L’articolo è di Ha Vinh Toh, fondatore di una Ong umanitaria che sviluppa programmi educativi per giovani con varie disabilità. Questo articolo parte dalla narrazione dell’apparizione a Norimberga, nel 1828, di un adolescente attorno a cui ruoterà una storia molto coinvolgente per tutto il mondo dal punto di vista umano, vicenda che rimane avvolta nel mistero. Attraverso questa narrazione ci troviamo davanti al “Bambino”, all’essere che arriva sulla terra dal mondo spirituale e chiede agli adulti intorno, d’essere accolto, di potere acquisire attraverso di loro facoltà che, diversamente dall’animale, non sono innate nell’essere umano.

Nello stesso tempo, chiede di avere spazio vitale per poter esprimere i doni che ha portato con sè dal mondo oltre la soglia. Il problema del bambino non accolto, circondato da pericoli, reso parzialmente inabile dall’ereditarietà e dall’ambiente ostile, in questa vicenda di Kaspar Hauser è molto presente.

Kaspar Hauser ha vissuto al buio per tutta la sua breve vita, prima d’essere abbandonato per strada ed egli è il simbolo della possibile rinascita della luce interiore per tutti i pedagoghi che portano ai bambini, immersi nel mondo snaturato di oggi, quella possibilità di illuminare il mondo intorno consentendo loro di esprimere i doni nascosti. Bene, la nostra newsletter prosegue ancora con lo scritto di Carmelo Samonà dal titolo “Antroposofia”. Potete leggere ancora il Calendario dei corsi e degli eventi che la Scuola di Alta Formazione Rinascita 18 ha in programma per il mese di Novembre.

 

Buona lettura!

Maria Samonà

 

Ha Vinh Toh è presidente dell' Eurasia Foundation, ONG umanitaria che sviluppa programmi educativi per bambini e giovani che vivono con disabilità, nonchè progetti ecologici in Vietnam,  ed è un'insegnante buddista nella tradizione zen Vietnamita. VISITING FELLOW nell'educazione degli adulti e nel lavoro umanitario in diverse università europee (UCL Belgio, Ginevra-Svizzera, Shumacher College Regno Unito, Mind e Life institute USA e Presencing Institute USA.Ha pubblicato diversi libri.

 

IL TRIPLO ENIGMA DI KASPAR HAUSER -

UN FANCIULLO USCITO DALLA NOTTE

Di Ha Vinh Tho

 

Il 28 maggio 1828, lunedì di Pentecoste, uno strano adolescente compare in piazza Unschiltt Nüremberg. Ha il passo esitante e i piedi volti in dentro come un bambino piccolo che sta imparando a camminare. Gli occhi sbattono, come accecati dalla luce di primavera, e sembra che non capisca le parolacce gli vengono rivolte. Ripete balbettando: “voglio diventare cavaliere come mio padre”.

Sono le uniche parole che è in grado di pronunciare. In una mano ha un cappello, nell’altra una lettera indirizzata al capitano del quarto squadrone dei cavalleggeri: “Le mando questo ragazzo che desidera servire fedelmente il suo re e che mi fu consegnato il 7 Ottobre 1812. Sono un povero lavoratore e ho, di mio, altri dieci bambini…l’ho cresciuto nella fede cristiana e, dal 1812 non ha mai fatto un passo fuori di casa. Nessuno sa dove è stato allevato. Egli stesso non conosce il nome della mia casa né il luogo in cui si trova. Non le dico il mio nome perché potrei essere punito…se non volete occuparvene, mandatelo via o impiccatelo.”

È visibilmente affamato, gli vengono date carne e birra, ma questo cibo lo disgusta e gli provoca convulsioni. Quando un soldato gli da invece pane e acqua, il suo volto si illumina e mangia voracemente. Qualcuno gli dà carta e penna, e l'adolescente traccia a fatica le parole " Kaspar Hauser".

Comincia dunque l'enigma Kaspar Hauser. Tutta la città si appassiona a questo adolescente sconosciuto, il presidente del tribunale di Nüremberg, Anselm von Feuerbach, si commuove per il suo destino e decide di affidarlo ad un dotto umanista, discepolo di Heigel, il professor Daumer - di cui Rudolf Steiner dirà che era uno degli ultimi eredi della vera tradizione dei Rosacroce. Cinque anni dopo la sua strana comparsa Nüremberg, Kaspar viene pugnalato al cuore da un misterioso uomo in nero nel parco della città di Ansbach. Muore tre giorni dopo a 21 anni, il 17 dicembre 1833. Già durante la sua vita, alcuni -tra cui Anselm von Feuerbach che morirà egli stesso in strane circostanze- erano convinti che Kaspar fosse il principe ereditario del del duca di Baden, quindi figlio di Stephanie de Bauharnais e nipote di Napoleone.

Altri invece, erano del parere che si trattasse di un impostore e di un bugiardo e fecero di tutto per discreditarlo. Si resta stupiti davanti alla virulenza del dibattito tra sostenitori e avversari di Kaspar Hauser e soprattutto dal fatto che tale dibattito non si sia attutito a oltre 160 anni dalla sua morte. Questo mistero, dunque, non ha appassionato solo i suoi contemporanei: da allora gli sono stati dedicati non meno di 3000 libri, 14.000 articoli, poesie e canzoni, film, pièces teatrali e un'opera. Negli ultimi anni questo dibattito si è riacceso, proprio mentre sembrava trionfare la tesi che Kaspar Hauser fosse il principe ereditario di Baden, tra l'altro grazie ad opera di storici antroposofi quali Peter Tradowsky, Karl Heyer e soprattutto Johannes Mayer. In effetti un'équipe di ricercatori ha dimostrato attraverso l'esame del DNA raccolto sui vestiti macchiati di sangue conservati al museo di Ansbach che Kaspar non poteva appartenere alla famiglia di Stephanie de Bauharnais. Ciò che sorprende ancora una volta e l'intensità della controversia suscitata da queste nuove acquisizioni. Nessuna conciliazione sembra possibile tra il settimanale tedesco "Der Spiegel", che annunciava trionfalmente -e con il tono cinico e ironico che lo contraddistingue-

: "l'enigma è risolto. Il romanzo storico-poliziesco, che stimola l'immaginazione, si è rivelato essere un racconto sorto dal romanticismo tedesco", e i sostenitori della tesi del complotto storico che rifiutano di dare un qualsi-voglia credito alle analisi effettuate. D'altra parte bisogna ammettere che se le ricerche genetiche permettono di accertare chi non era Kaspar Hauser non consentono assolutamente di rispondere alla domanda centrale e cioè chi era e perché la sua storia, certamente commovente ma tutto sommato non così straordinaria, abbia suscitato tanto interesse tanta passione.

Sembra che il punto essenziale della discussione che circonda il mistero di Kaspar Hauser sia centrato intorno alla questione del suo linguaggio, dal momento che anche la maggior parte degli autori antroposofici hanno sottolineato questo aspetto del suo destino, come chiave della missione di rinnovamento sociale che gli viene attribuito nel contesto dell'Europa centrale. Si sarebbero dovuti attendere i risultati delle ricerche genetiche perché Michael Klussmann, in un articolo molto polemico pubblicato in Das Goetheanum, contestasse questa concezione. Ma cerchiamo di avvicinare Kaspar Hauser, senza pregiudizi riguardo alla sua missione di salvezza o alla sua discendenza imperiale, per tentare di mettere a fuoco le tre dimensioni fondamentali che, nel suo caso come in qualsiasi biografia, devono essere prese in considerazione per pervenire ad un'immagine più completa del suo destino e del suo essere.

 

 

L'ENIGMA DELLA DISCENDENZA

 

Il primo aspetto riguarda effettivamente la linea ereditaria. Nel suo corso di pedagogia curativa, Rudolf Steiner insiste sul fatto che le leggi dell'ereditarietà valgono soprattutto nei primi sette anni di vita del bambino. Quando

l' essere umano viene al mondo, eredita dei suoi progenitori un "corpo modello" in seno al quale hanno piena validità le leggi della genetica. Tuttavia, tutto il processo di sviluppo della prima infanzia consiste proprio nel superare progressivamente questi dati ereditari allo scopo di individualizzare l' organizzazione corporea per farne uno strumento il più fedele possibile dell' anima e dello spirito che vi si incarnano. Molti disturbi dello sviluppo diventano comprensibili in tutt' altro modo se si comprende che sono espressione del fatto che il bambino non perviene a superare il bagaglio ereditario che diviene allora un ostacolo al suo sviluppo.

Il principio di successione dinastica e di legittimità ereditaria corrisponde dunque ad una forma di coscienza antica e a un'epoca in cui l' Io individuale non poteva ancora manifestarsi pienamente. Per questo il bagaglio ereditario aveva ancora un'importanza predominante e determinava le capacità e il destino della persona. Il sistema di caste

dell' India antica illustra perfettamente una forma sociale adatta a questo tipo di realtà umana. Dopo l'avvento dei Tempi Moderni, cioè dopo l'inizio dell' Epoca dell' Anima Cosciente, che corrisponde in Europa al Rinascimento, questo principio di successione ereditaria non può in alcun caso essere il fondamento di un rinnovamento spirituale o sociale. Al contrario, è proprio sulle capacità individuali quali si sviluppano nel superamento delle forze ereditarie che devono svilupparsi nuove facoltà spirituali e sociali. Tuttavia è importante sottolineare che bisogna essere in grado di riconoscere, integrare e accettare ciò che i nostri progenitori ci hanno trasmesso per poterlo poi superare. In questo contesto l'imitazione attraverso cui il bambino si collega al mondo circostante, gioca un ruolo fondamentale. Infatti l’ imitazione non è più una semplice riproduzione del modello, ma un'interiorizzazione e una creazione originale. Da lì il dramma che vivono i bambini che non hanno conosciuto i loro genitori o anche uno solo di loro. Il compito di trasformare il bagaglio ereditario è molto più difficile se il bambino non riconosce, attraverso l'incontro, la natura di questa ereditarietà. Senza sottovalutare l'importanza attribuita dalla psicologia moderna al vissuto del bambino piccolo nel rapporto con i genitori, la scienza dello spirito ci mostra che le sue implicazioni sono ancora più profonde, perché riguardano la struttura stessa del corpo e degli organi che il bambino ricostruisce progressivamente fino al momento del cambio dei denti, segno esterno del fatto che ha interamente rimodellato la sua organizzazione fisica. In quest'ottica è del tutto comprensibile che Kaspar Hauser sia stato ossessionato dal mistero delle sue origini e che non avesse desiderio più grande che incontrare sua madre. Ciò che invece è meno comprensibile è che questo aspetto, certamente essenziale per un corretto sviluppo di Kaspar quando era vivo, sia ancora al centro delle polemiche dopo la sua morte, come se eventuali nobili origini possano essere la prova dell'importanza della sua missione, cosa che non avrebbe alcun valore ai giorni nostri.

 

L'ENIGMA DEL RAGAZZO SELVAGGIO

 

Il secondo aspetto riguarda l'influenza dell'ambiente, in particolare di quello sociale e umano, sullo sviluppo del bambino. In questo campo, Kaspar Hauser ci confronta con l'enigma dei bambini selvaggi e pone la questione di ciò che è innato e di ciò che viene acquisito nello sviluppo del bambino. Dalla fine del XVIII secolo sì sono ampiamente diffuse in Europa le idee di Jean Jacques Rousseau sul "buon selvaggio” e sulla virtù che sarebbe innata e che verrebbe deviata solo dalle cattive influenze della civiltà. Nel 1800 rilancia il dibattito la scoperta di un ragazzo selvaggio, noto con il nome di Victor de l’Aveyron, che a quanto pare sarebbe vissuto per anni a solo contatto con la natura. Secondo Pinel il medico direttore dell'ospedale della Salpetrière a Parigi, il ragazzo trovato era un idiota congenito, per questo motivo era stato abbandonato nella primissima infanzia. Jean Itard, il giovane medico direttore dell'Istituto dei sordomuti, sosteneva invece che era stato a causa dell'abbandono che Victor non aveva potuto svilupparsi normalmente e per questo si impegnò nell'educazione di Victor per dimostrare concretamente la sua tesi. Questo lavoro educativo rappresenta d'altra parte, in qualche modo, la nascita dell'insegnamento specializzato e il rapporto redatto in questo contesto è il primo documento a carattere scientifico che riferisca di una tale esperienza pedagogica. Questo dibattito ebbe echi importanti negli ambienti colti dell'Europa dell'epoca. infatti le riflessioni sull'origine divina o naturale dell'essere umano sono molto presenti nel momento in cui lo sviluppo delle scienze naturali rimette in discussione i dogmi della chiesa a proposito. Ora, ciò che sorprende in Kaspar Hauser è il fatto che, contrariamente a Victor che è descritto come un essere selvaggio dal comportamento quasi animalesco, il fanciullo di Nüremberg ha qualcosa di angelico, sembra effettivamente testimoniare di una umanità innocente e pura. Alcuni testimoni contemporanei lo descrissero come un essere venuto dal paradiso, che non conosceva menzogna né dissimulazione e ricolmo di un' illimitata compassione per qualsiasi forma di vita, che si rifiutava perfino di uccidere un verme trovato nella frutta. In lui sembravano trovare conferma le idee sulla bontà originaria dell' uomo. È anche dotato di un'estrema sensibilità e sembra possedere capacità di percezione sovrasensibile. Inoltre in sua presenza gli animali più aggressivi divengono docili e fiduciosi. Tuttavia, a poco a poco, queste qualità straordinarie si attenuano, da una parte a partire dal momento in cui comincia a mangiare carne, dall'altra nella misura in cui le influenze nefaste di un pedagogo limitato, maestro Meyer e di un cortigiano seduttore, Lord Stanhope, vanno impadronendosi della sua anima innocente.  La questione che resta del tutto irrisolta è quella di comprendere come questo fanciullo, cresciuto senza contatti umani, senza educazione né modelli, abbia potuto sviluppare queste qualità fuori dal comune, quando i numerosi casi, largamente documentati da ricerche, di ragazzi selvaggi mostrano chiaramente che le idee di Rousseau sul "buon selvaggio" sono sogni di un filosofo e che i bambini abbandonati senza cure né educazione presentano, tutti, disturbi dello sviluppo molto simili all'handicap mentale. Se dunque l'enigma della discendenza di Kaspar Hauser può suscitare il nostro interesse, il mistero del suo sviluppo è ancora più profondo, nella misura in cui mette in discussione tutte le certezze scientifiche che possono darci la psicologia e le scienze dell'educazione. Attira infatti la nostra attenzione sul fatto che, aldilà delle contingenze e degli ostacoli esterni lo spirito umano può arrivare a manifestare il proprio impulso, anche quando tutto gli è ostile.

 

 

L'ENIGMA DELL'INDIVIDUALITÀ E DELLA SUA MISSIONE

 

Siamo giunti così al terzo aspetto del mistero Kaspar Hauser, il più profondo e meno accessibile, cioè al mistero della sua individualità. Come abbiamo già detto, l' impatto di Kaspar Hauser sulla cultura è sproporzionato rispetto al suo breve passaggio -solo cinque anni- tra gli uomini, passaggio nel corso del quale non ebbe la possibilità di manifestare i suoi impulsi profondi. Ciò nonostante, tutti coloro che lo avvicinarono dal vivo o che ancora oggi cercano di percepire il suo essere, furono o sono profondamente toccati da questo incontro. E, d'altra parte, I suoi detrattori furono e sono animati di una virulenza e di un odio ben difficili da comprendere.

Karl König, il fondatore del movimento Camphill di pedagogia curativa antroposofica, scrisse, una quarantina di anni fa, un racconto di Natale. In questo racconto presenta Kaspar Hauser come la guida dei bambini handicappati i quali, dopo una vita spesso dolorosa, percepiscono dopo la morte la luce dello spirito e il senso delle loro prove terrene e vengono accolti nel mondo spirituale da questa alta individualità.

Carlo Pietzner, un artista e pedagogo curativo americano di origine austriaca, scrisse nel 1975 una pièce teatrale intitolata "… e dalla notte Kaspar” in cui presenta Kaspar Hauser come il re dei bambini, incaricato di guidare una crociata dei bambini e di proteggere “l' eterno infantile” (Il "fanciullino" del Pascoli) dell’umanità.

Queste due immagini possono orientare il nostro approccio all'essere di Kaspar ci rimandano ad una grande corrente spirituale dell' umanità caratterizzata dalle forze di innocenza, d'amore e di compassione tipiche

dell' infanzia e ad un'altra corrente legata ai caratteri di saggezza e di esperienza propri della maturità. Secondo Rudolf Steiner, la prima corrente ha avuto il suo culmine nel Bambino Gesù Nathanico del Vangelo di Luca. Sembra che oggi più che mai l'infanzia in quanto tale sia minacciata dall'evoluzione sociale e scientifica e dalla crisi di valori della nostra società e che una presa di coscienza della dimensione spirituale dell'origine dell' essere umano rappresenti un' esigenza di grande urgenza. Per non citare che alcuni di questi inquietanti fenomeni: la ricerca genetica e le sue possibili derivazioni, la tentazione dell' eugenismo e il ricorso all’ eutanasia, gli abusi sessuali e le violenze di cui sono vittima tanti bambini, il lavoro dei bambini-schiavi che, si valuta, sono centinaia di milioni nel mondo. Tutti questi sintomi indicano l'importanza cruciale di quella che potrebbe essere la missione di Kaspar Hauser. Malgrado gli innumerevoli crimini contro l'infanzia che riempiono i giornali e che spesso non provocano altro che un' indignazione tanto passeggera quanto impotente, avvenimenti spesso non riportati dai media rivelano allo sguardo attento che questo Spirito agisce tuttavia ancora nel mondo.

Alcuni anni fa, un ragazzino pakistano attirò l'attenzione del mondo sulla situazione dei bambini-schiavi del suo paese. Si chiamava Ikbal Masih, era nato nella provincia pakistana del Punjab nel 1982. All'età di quattro anni venne venduto dai suoi genitori che avevano contratto un debito con un ricco proprietario di una fabbrica di tappeti, debito che non potevano rimborsare a causa dei tassi usurari che l'uomo applicava. Per un debito di 600 rupie -circa 12 dollari- Ikbal passò dunque sei anni incatenato a un telaio, dalle dodici alle sedici ore al giorno, insultato e picchiato quando il suo ritmo di lavoro diminuiva, sotto alimentato al punto che, a 10 anni, aveva il fisico di un bambino di sei. Un giorno, nel 1992, udì il rappresentante di un'organizzazione di difesa dei diritti umani parlare, sulla piazza del mercato del suo villaggio, dei diritti dei lavoratori e dei bambini. Allora si alzò in piedi e, davanti a un pubblico esterrefatto, raccontò la storia della sua vita e dichiarò che non avrebbe più fatto ritorno alla fabbrica, dato che -ora lo sapeva- il suo padrone, secondo la legge, non aveva alcun diritto su di lui. Si mise quindi in viaggio attraverso il Punjab e, in tutti i villaggi in cui passava, raccontava la sua storia e incoraggiava i bambini a liberarsi e a resistere all’oppressione. In qualche mese migliaia di bambini raccolsero il suo messaggio e organizzazioni umanitarie si mobilitarono in sostegno della sua crociata.

Ma la domenica di Pasqua del 1995, il 16 aprile, Ikbal venne ucciso con un colpo di fucile nel suo villaggio natale tuttavia i bambini che grazie a lui avevano sollevato il capo non si scoraggiarono e uno di loro così formulò la sua speranza: "a colpi di fucile non ti uccidono i sogni". Ed effettivamente il movimento lanciato da Ikbal continua ad espandersi, E per accogliere i bambini come lui è stata costruita una "scuola Ikbal Masih.” A colpi di fucile non si uccidono i sogni, lo spirito non si sopprime con una pugnalata: prima di morire Kaspar Hauser aveva chiesto: "Dio restituirà a Kaspar la sua infanzia". Questa domanda è rivolta a ciascuno di noi come appello ad una presa di coscienza e come una responsabilità da assumere.

 

Pubblicazione a puntate da uno scritto del Dott. Carmelo Samonà 

ANTROPOSOFIA

      5° puntata  01/11/2021       

(Continuazione dal numero precedente)

La trasformazione della prospettiva della conoscenza verso una forma osservativo-introspettiva è dunque il risultato di un doppio movimento che nella sua essenza è un unico movimento. Un movimento di restituzione della percezione a se stessa come espressione della rIcettività universale della coscienza attraverso l’esercizio della osservazione pura, e un movimento di elevazione del pensare dalla condizione di rispecchiamento formale del contenuto dell’esperienza sino  alla coscienza di sé come contenuto interiore della realtà , cioè come conquista dell’esperienza interiore di ciò che appare esteriormente attraverso l’osservazione.  Questo avviene attraverso l’esercizio della concentrazione.L’osservazione predispone il pensiero a superare la superficie esteriore della realtà.  Il rafforzamento del pensare predispone alla percezione introspettiva della trama invisibile che opera attraverso il visibile. Questo comporta una inversione della relazione con lo spazio e con il tempo, poiché emerge alla coscienza, al di là del tempo biografico affidato alla memoria, quel tempo che scorre dal presente al passato, il tempo ontologico che trama dietro lo spazio entro la natura e che scorre dal presente al futuro. Questa dimensione ontologica del tempo che costituisce il primo livello della trascendenza dello spazio esteriore si mostra  al pensiero come immaginazione creatrice, cioè come la potenza dell’immagine che sta oltre l’essere esteriore come il suo punto interiore di incandescenza, cioè come la potenza dell’ essere allo stato nascente.   Il pensiero dunque, attraverso questa disciplina, passa alla condizione di pensiero puro libero dai sensi nel momento in cui si flette entro se stesso , e alla condizione di pensiero vivente nel momento in cui si riconosce entro il flusso interiore dell’essere, cioè riconosce nell’esperienza interiore di sé, l’esperienza interiore dell’essere. Dopo questo stadio trapassa nell’immaginazione come capacità di fondersi con l’immaginazione creatrice che trama entro la realtà come substrato invisibile dello spazio, cioè come tempo ontologico.Ora questo tempo ontologico è il fondamento della vita. La vita infatti è la facoltà del tempo di manifestarsi nello spazio. Il tempo che si manifesta esteriormente negli organismi, già a partire dall’organismo della pianta, fluisce dalla periferia ed è il risultato della relazione tra il movimento della terra e il movimento dei corpi cosmici. Infatti il tempo non è solo successione, non ha un andamento uniforme, lineare. Il tempo è strutturato in modo ritmico attraverso l’alternanza di opposizioni  che si ripetono in modo ciclico. Il tempo non è lineare, ma circolare. È costituito da ritmi che sono il risultato di opposizioni che si ripetono con un andamento ciclico.. Questi ritmi e questi cicli sono il risultato della relazione tra i movimenti dei corpi celesti. I movimenti dei corpi celesti entrando in relazione tra di loro sulla base di rapporti matematici, intessono la trama del tempo. E’ dunque il movimento dei corpi celesti che genera il tempo. Il tempo che opera nell’universo, essendo generato dal movimento, fluisce sulla terra in modo da manifestarsi nello spazio attraverso la vita che pervade gli organismi. La vita dunque, come espressione delle forze del tempo, fluisce sulla terra dal cosmo. Nella misura in cui l’organismo è compenetrato di vita è l’espressione delle forze del tempo che fluiscono dal cosmo. Il tempo è una sostanza immateriale che si genera dal movimento dei corpi cosmici e, fluendo sulla terra costituisce l’essenza della vita. Questo lo si vede chiaramente nella pianta il cui slancio vitale è rivolto verso la periferia, è rivolto verso il cosmo secondo un orientamento antigravitazionale. La pianta è l’espressione pura della vita, è l’essere in cui la vita si manifesta allo stato puro. Nell’animale e nell’uomo si sovrappongono alla vita altri sistemi di forze , forze che suscitano la coscienza e l’autocoscienza e che modificano le espressioni della vita, orientandole verso questi sistemi di forze. Ma dove la vita si mostra allo stato puro, allora appare con la massima evidenza il suo orientamento antigravitazionale. Questo orientamento antigravitazionale si manifesta appunto come slancio vitale, cioè come tendenza alla elevazione e all’espansione. La pianta è il congiungimento tra sostanza terrestre e forze cosmiche. Queste forze, fluendo dalla periferia mostrano la loro natura ritmica e ciclica. La pianta è un essere che si inserisce nell’ordine temporale oggettivo e lo traduce nella successione ritmica delle sue forme e dei suoi processi. La pianta infatti sviluppa le sue forme e i suoi organi in una successione temporale che riflette l’ordine temporale che collega la terra al cosmo. Il suo organismo si sviluppa e si differenzia entro quell’ordine temporale che è espresso dal corso dei giorni, dei mesi, delle stagioni e dell’anno. La pianta sviluppa i suoi organi entro la struttura temporale oggettiva che lega la terra al cosmo. Traduce nelle sue forme i ritmi del cosmo. I movimenti dei corpi celesti si riflettono in modo fedele nella struttura della pianta. La pianta dunque in quanto organismo incorpora in sé le forze del tempo. Ora il tempo ha una natura non solo diversa, ma per certi versi opposta a quella che si manifesta nello spazio. Tutto ciò che scaturisce dal tempo è l’espressione di un principio che  opera a partire dall’unità e che manifestandosi  si differenzia. La vita è l’operare del fondamento che si pone come unità entro la differenza. Infatti la pianta , pur rimanendo sempre identica a se stessa ,pur mantenendo la sua unità come continuità temporale, manifestandosi nella spazio, si differenzia in una molteplicità ci organi.. Si manifesta nello spazio in una molteplicità di organi, pur mantenendosi eguale  a se stessa nel tempo. L’unità è dunque presente nella pianta come coesione nello spazio e come continuità nel tempo. La pianta come ogni organismo si determina e si differenzia a partire dall’unità, in modo che le sue parti non sono separate tra di loro ma stanno tra di loro in una relazione morfologica e funzionale in modo da costituire un sistema, cioè una totalità  che è espressione di una logica unitaria. E’ dunque evidente sulla base delle nostre considerazioni che il metodo analitico sperimentale non è uno strumento adatto  a mettere a fuoco ciò che è proprio, ciò che è specifico della vita. Infatti la procedura sperimentale comporta la distruzione dell’oggetto, la sua riduzione in parti semplici. L’oggetto viene disgregato proprio perché di parte dalla teoria secondo la quale esso risulta intellegibile  come aggregazione di parti semplici secondo cause esteriori. Proprio in base a questa teoria l’oggetto viene radicalmente modificato dalla procedura sperimentale. Questa procedura considera la realtà a partire dal molteplice e considera l’uno solo la conseguenza dell’aggregazione del molteplice. Ma nella vita che si manifesta negli organismi si verifica l’esatto contrario. Qui il principio di determinazione è l’uno, e il molteplice si differenzia a partire dall’uno. E’ dall’uno, che trova la sua espressione indifferenziata nel seme che si sviluppano nello spazio e nel tempo le molteplici manifestazioni della vita. Se, in conseguenza della procedura sperimentale questa unità viene cancellata e l’organismo viene disintegrato e ridotto in frammenti, allora l’organismo muore, cioè cessa di essere organismo e diventa un’altra cosa: quest’altra cosa è il cadavere dell’organismo.. La procedura analitico sperimentale espelle la vita dall’orizzonte osservativo prima ancora di assumere la realtà. Per questo è costretto a negarla. La procedura analitico sperimentale è un attrezzo inadatto per conoscere la vita. E’ come se si volesse osservare l’atomo col telescopio o il cielo stellato col microscopio. Se si tratta di vita, se si tratta dell’organismo bisogna adattare lo strumento alla realtà e non la realtà allo strumento. Ora lo strumento adatto a mettere a fuoco ciò che nella realtà opera come vita è il metodo fenomenologico, il metodo osservativo introspettivo di cui abbiamo parlato prima. Questo, come dicevamo si fonda sul primato dell’osservazione. L’osservazione è il varco per sperimentare le forze che operano all’interno della realtà.  Il pensiero non deve abbandonarsi a riflessioni e anticipazioni, deve tacere, deve affidarsi all’oggetto così come si mostra all’osservazione, non deve anteporre all’osservazione opinioni soggettive presupposte. Un ampliamento dell’orizzonte della conoscenza nasce dall’osservazione pura. Su questa base il pensiero può sviluppare la forza per percepire quei pensieri che operano dentro la realtà come potenze creatrici che si manifestano nella vita. Qui il pensiero non si appoggia più sulla percezione ma poggia  su se stesso. Proprio per questo può varcare la percezione per immergersi in quel flusso di forze temporali che costituisce la potenza creatrice invisibile che si rende visibile nelle forme e nelle trasformazioni degli esseri viventi. Questo territorio invisibile dove fluiscono le forze  invisibili del tempo viene chiamato nella letteratura antroposofica mondo eterico o mondo elementare. Nel momento in cui il pensiero, oltrepassando il limite esteriore della realtà materiale si immerge in questo mondo, si trasforma radicalmente, si trasforma in percezione immaginativa.

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Tripartizione: La libertà nella vita spirituale

Di Marco De Berardinis

 

Nella Tripartizione donata da Rudolf Steiner all’umanità viene usato il termine “vita spirituale”, mentre oggi per lo più viene usata la parola settore culturale. Premesso che la cosa dovrebbe far riflettere di come sia scemata nel tempo la capacità della vita interiore delle varie generazioni, in quest’ottica e solo in questa vanno intese le seguenti righe.

Se Rudolf Steiner suggeriva la coltivazione della propria vita spirituale al mondo operaio, oggi, se va bene, la piega sembra essere quella dell’erudizione. Il fatto che poi si critichi a destra e a manca di tutto e di più, che si è un pozzo di informazioni, a questo modo di porsi con la vita, che non ha alcuna incidenza sulla realtà, andrebbe sostituito il sentire che va educato e che solo può incidere sulla realtà.

Faremo un esempio in proposito prendendo a prestito la questione dei migranti. Ai tempi di San Benedetto da Norcia, durante le guerre italiche, una messe di refugi arrivarono alle piane di Norcia e non passò molto tempo che le genti locali portarono la questione al Santo. San Benedetto risolse la questione tracciando un confine separando le due genti. Concesse una parte delle terre ai profughi per metterli subito a lavoro.

Quello che invece si presenta ai nostri giorni, oltre a essere impietoso, è fortemente anticristiano poiché le morti in mare sembrano non avere responsabili e soluzioni come quelle suggerite dal Santo, passano solo come proposte utopistiche. Vogliamo infatti che i migranti in buona salute facciano lavori socialmente utili quando in realtà sono lavori che i più eviterebbero. Non è questo lo spirito cristiano dei nostri tempi.

In una vita spirituale libera, il dibattito su temi come questo, sarebbe molto acceso e oggetto di discussione a ogni angolo di strada. Il percorso intrapreso poi verrebbe tutelato dallo stato giuridico mentre dall’organizzazione economica partirebbe l’iter per portare a compimento le decisioni liberamente condivise.

Scaligero ha sostenuto che tutte le idee potevano essere espresse, anche le più stravaganti, posto che non fossero proprio lesive per gli altri, in quanto sapeva bene che in una vita spirituale libera, le idee giuste e vere si sarebbero imposte di proprio pugno. Imparare a porsi con il sentimento di fronte agli avvenimenti, soprattutto davanti a quelli proposti dalla TV, (che porta a essere insensibili), vale molto più dei mucchi di informazioni nozionistiche millantate dai molti che oggi pullulano sul web.

Donazioni per sostegno alla formazione di giovani - Fondo di Solidarietà

AGENDA NOVEMBRE 2021

  • 5-6-7 novembre: Formazione Triennale in Arteterapia: Armonizzatore Biografico
  • 6-7 novembre: Formazione Triennale in Medicina Antroposofica
  • 6-7 novembre: Formazione Pedagogia Waldorf per insegnanti di scuola media
  • 7 novembre: Gruppo di studio nazionale La Questione Sociale (XVI° incontro)
  • 13-14 novembre: Formazione in Agricoltura Biodinamica, Agro-Omeopatia e Ecologia
  • 14 novembre: Gruppo di studio nazionale La Questione Sociale (XVII° incontro)
  • 19 novembre: conferenza zoom h.20.30 "Gaia Misteriosa-I Misteri della Terra non risolti"
  • 26-27-28 novembre: Formazione Triennale in Arteterapia: Armonizzatore Biografico
  • 27-28 novembre: Formazione Triennale in Medicina Antroposofica
  • 27-28 novembre: Formazione Pedagogia Waldorf per insegnanti di scuola media

 

NUOVI CORSI FORMATIVI

CORSO DI FORMAZIONE PER INSEGNANTI DI SCUOLA MEDIA

Antropologia antroposofica, Pedagogia Terapeutica, Didattica e Arte

DAL 6 NOVEMBRE 2021 AL 5 GENNAIO 2022

In presenza a Palermo

6-7 NOVEMBRE 2021

27-28 NOVEMBRE 2021

11-12 DICEMBRE 2021

2-5 GENNAIO 2022 (Il 2 Gennaio INIZIO lezioni h.16)

 

CORSO DI FORMAZIONE PER INSEGNANTI DI SCUOLA ELEMENTARE

Dalla 1° alla 5° classe

Antropologia antroposofica, Pedagogia Terapeutica, Didattica e Arte

DAL 11 MARZO 2022 AL 10 LUGLIO 2022

In presenza a Palermo 

12-13 MARZO 2022

19-23 APRILE 2022 

28-29 MAGGIO 2022

18-19 GIUGNO 2022

9-10 LUGLIO 2022

 

 

Corso di formazione intensivo

Area: PEDAGOGIA E ANTROPOLOGIA

 

Formazione antroposofica applicata alla pedagogia per insegnanti delle scuole medie, il secondo ciclo fino ai 15 anni.
>> Da quando il bambino entra nell’età scolare, la sua capacità di pensare inizia ad emanciparsi. Dall’ atteggiamento  imitativo del mondo, nel primo settennio,  passa ad una nuova forma di rapporto con la realtà, nel secondo settennio; egli entra in rapporto col mondo, e con chi lo abita ,in maniera più cosciente.

 

 
Iscrizioni aperte
 

Lezioni in Natura: La Biodiversità, conoscenza delle piante e del territorio con il Prof. Rosario Schicchi

 
Prof. Schicchi
 

Lezioni di pratica con gli allievi: Corso di formazione in Agricoltura Biodinamica, Agro-omeopatia e Ecologia 

 
Tasto

Rinascita 18 è lieta di inviarvi

VENERDì 19 NOVEMBRE H. 20.30

alla conferenza online

GAIA MISTERIOSA

I misteri della Terra non risolti

 

RELATORE

SILVIO CLAUDIO DIMAURO

CONFERENZA GAIA MISTERIOSA

ID riunione: 881 7151 8400

Passcode: 608086

IL DOTT. DOMENICO GIANNOLA HA VARCATO LA SOGLIA

 

Il giorno 25 ottobre 2021 ha varcato la soglia il nostro caro amico e fratello Mimmo Giannola. Ora, che ci troviamo a vivere nella dolorosa privazione di non poterlo incontrare esteriormente, ancora più intensa è la percezione interiore della sua anima, di quella essenza umana che si manifestava in tutto il suo modo di essere e di agire. Infatti, questo modo di essere e di agire si fa chiaro, si fa chiara quella forza così particolare della sua anima, che era il risultato dell’unione tra la più assoluta umiltà e sobrietà, e una conoscenza ampia e istintiva degli aspetti più intimi e più profondi dell’uomo e della natura, una conoscenza che attingeva dalla massima apertura verso la realtà.

Questo non poteva che tradursi in un grande talento medico, in quella intelligenza pratica ed intuitiva che gli dava una pratica dell’arte medica feconda e piena di risultati. Un’arte medica capace di dare, a chi si rivolgeva a lui, nuova salute e nuova speranza nella vita. Tutto questo era veramente il risultato di una piena dedizione, di una piena partecipazione a tutto ciò che è umano, allo spirito concreto che trama nel tessuto delle vicende e delle esperienze della vita. Questo elemento umano, questa dedizione amorevole ai destini dell’umanità, ha caratterizzato l’intera esistenza di Mimmo. Possa questo potente impulso umano, che irradiava dalla sua personalità, accompagnarci e guidarci dalle regioni luminose dello spirito, e possa il calore della sua anima, che è ascesa nel regno della luce, mantenerci uniti a lui in un legame indistruttibile di amore.

FORMAZIONE IN AGRICOLTURA BIODINAMICA, AGRO-OMEOPATIA E ECOLOGIA

RELAZIONE SOCIALE 2020

 

RINASCITA 18 S.R.L. SOCIETÀ BENEFIT

Lo scopo delle iniziative nell’ambito dell’Alta Formazione Antroposofica promosse da Rinascita 18 S.r.l. Società Benefit, è quello di offrire, in particolar modo ai giovani, l'opportunità di percorrere processi formativi volti a risvegliare la loro creatività. Questo costituisce la base per un cammino di ricerca del senso, riposto in ognuna delle loro esistenze, in modo da potere trarre da se stessi, per propria iniziativa, quei progetti attraverso cui plasmare la propria vita, in modo da riconoscersi come soggetti attivi della loro esistenza e non come succubi delle circostanze esteriori. Il senso dell'iniziativa è fondato sulla libertà come presupposto dello sviluppo individuale, in maniera tale che ciascuno possa dare un suo specifico contributo, allo sviluppo di una società a misura d'uomo. La società ha avviato dal 2018 corsi di Alta formazione antroposofica in cui i beneficiari sono gli allievi e collaboratori volontari che attingono ai contenuti della formazione. La società si sta attivando per creare una rete di sostenitori, privati e aziende, al fine di istituire borse di studio per giovani, per la formazione in ambito pedagogico, medico, terapeutico e nell’agricoltura Biodinamica.

La società  opera prevalentemente nel sud Italia e si sta organizzando per uno sviluppo ed ampliamento della sua attività culturale e formativa, affinché entro il 2023 possa avviare le procedure per la certificazione Benefit e la misurazione dei risultati di impatto sociale.

L’obiettivo principale è quello di sostenere in misura sempre più allargata lo studio e la formazione di chi ha difficoltà economiche, e di fornire una adeguata preparazione culturale e professionale per svolgere coscientemente e responsabilmente un lavoro a favore della comunità di appartenenza, per un bene comune.

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www.rinascita18.com