Oli help newsletter #4 | Luglio 2023 | L'allarme antincendio del cervello |
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Ciao! Benvenuto/a nel mondo di Oli! Sia che tu sia spinto/a dalla curiosità o dalla necessità, siamo entusiasti che sia entrato/a a far parte della nostra crescente community di genitori e caregiver che hanno a cuore un futuro più inclusivo per i loro figli. Sappiamo che fare il genitore è il lavoro più gratificante del mondo, ma, ammettiamolo, a volte anche il più impegnativo. È qui che entriamo in gioco noi. Siamo qui per aiutare i molti genitori che affrontano quotidianamente le problematiche comportamentali dei propri figli. Molti bambini hanno difficoltà relazionali ed emotive che condizionano pesantemente la loro vita di ogni giorno, perché il modo in cui pensano e agiscono è differente da quello dei propri coetanei neurotipici. Eppure proprio il pensare differentemente, una volta diventati adulti, può rivelarsi un superpotere. Oli help comprende le difficoltà e le unicità di questi bambini, e per questo è in grado di migliorare sensibilmente la qualità del tempo speso in famiglia, rendendo le dinamiche di interazione tra genitori e figli più costruttive e armoniose. Stiamo sviluppando strumenti concreti per rendere più consapevoli e proattivi i genitori, per consentirgli di generare un impatto trasformativo sulle vite dei propri figli e creare le condizioni perché possano valorizzare e accrescere la loro unicità. Nel frattempo, con le nostre newsletter, ci proponiamo di metterti a disposizione evidenza scientifica in maniera chiara, semplice e comprensibile, nonché consigli pratici per aiutarti ad agire differentemente. |
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La nostra quarta newsletter parla dell'ansia e di come la reazione del cervello a un "falso allarme" possa sembrare reale e terrificante. L'ansia è un'emozione incompresa. Fraintesa, ma in realtà molto comune. Infatti, è così comune che una task force americana ha recentemente raccomandato che tutti i bambini di età compresa tra gli 8 e i 18 anni siano sottoposti a screening per i disturbi d'ansia. I disturbi legati all’ansia sono sempre più diffusi tra i bambini, con una probabilità ancora maggiore di essere diagnosticati tra i bambini neurodiversi. I professionisti hanno diverse teorie sulle ragioni di questo fenomeno, ma resta il fatto che questa categoria di difficoltà mentali è una delle più frequentemente identificate. In questa quarta newsletter vogliamo condividere alcuni punti importanti: L'ansia è una risposta naturale che ha aiutato gli esseri umani a sopravvivere. Innesca una reazione di lotta o fuga di fronte a potenziali pericoli. Come un rilevatore di fumo in casa, il nostro cervello ha un sistema di allarme chiamato amigdala, che ci avverte delle minacce interne ed esterne. Tuttavia, alcune persone reagiscono in modo esagerato o hanno reazioni falsate alle minacce percepite, il che provoca paure irrazionali. In questi casi, il cervello percepisce tutti gli stati ansiosi come una minaccia di morte e rilascia sostanze chimiche che causano sintomi fisici quali mancanza di respiro, vertigini, sudorazione e tensione muscolare. Queste sensazioni sono reali e possono far sentire le persone sopraffatte o come se stessero perdendo il controllo, soprattutto se non sono consapevoli di ciò che sta accadendo. Questi cambiamenti fisiologici inviano ulteriori segnali di panico al cervello, intensificando ulteriormente l'ansia. La prossima newsletter offrirà uno strumento per spezzare questo ciclo e promuovere una risposta più positiva. |
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L'ansia è fondamentale per la nostra sicurezza e sopravvivenza, ma può essere innescata da una reazione del cervello ad un "falso allarme". Tutti noi sperimentiamo a volte stati d’ansia, e in realtà non vorremmo né potremmo sradicare completamente l'ansia in un individuo. Quindi, quando qualcuno dice: "Sono ansioso", in realtà intende dire: "Provo un’ansia che mi blocca" o "La mia ansia è troppo forte, troppo spesso". Si può dire che senza l'ansia la nostra specie sarebbe ormai estinta. Millenni fa, quando gli esseri umani erano cacciatori-predatori, le donne se ne stavano nelle caverne e gli uomini uscivano con un semplice panno intorno ai reni, con le loro lance per andare a caccia di cibo. Supponiamo per un attimo che l'uomo A e l'uomo B siano in giro per la caccia quotidiana e che una pericolosa tigre dai denti a sciabola gli si avvicina da dietro. L'uomo A avverte l'odore e la presenza della tigre, ma non ha alcuna reazione d'ansia e continua ad agire come se niente fosse, mentre l'uomo B avverte l'odore e la presenza della tigre ed ha un'immediata reazione d'ansia che gli permette di scappare a una velocità eccezionale o di girarsi e combattere la tigre con una forza fuori dal comune. Quale uomo ha più probabilità di sopravvivere e quindi di trasmettere i suoi geni alla generazione successiva? L'uomo B, ovviamente. In questo modo, l'ansia è stata fondamentale per la sopravvivenza della nostra specie e, per certi versi, lo è ancora. Proprio come esistono i rilevatori di fumo che ci avvisano quando il pericolo di un incendio è reale e quindi dobbiamo reagire e metterci al sicuro, abbiamo una parte del cervello chiamata amigdala che ci avverte dei pericoli interni o esterni al nostro corpo. Il problema è che in alcune persone esiste una sorta di reazione di "falso allarme" ai pericoli reali o percepiti della vita. Ti sarà sicuramente capitato di trovarti in un edificio per una chiacchierata o una riunione e, senza alcun motivo apparente, l'allarme antincendio s’innesca a tutto spiano, confondendo e infastidendo tutti gli astanti. Non c'è alcun pericolo reale, né fumo, né fuoco, ma l'allarme scatta esattamente come se ci fosse un vero incendio. Questo accade anche al cervello di alcune persone. Per esempio, alcune persone (per vari motivi) sono incredibilmente spaventate da cose come i piccioni o il vomito. Sebbene queste cose non siano necessariamente piacevoli, di fatto non comportano alcun pericolo. Tuttavia, il cervello della persona risponde in modo tale da indurla a credere che lo siano e quindi a pensare e comportarsi di conseguenza. In questo modo, il cervello si comporta come un rilevatore di fumo che si accende senza che ci sia un pericolo reale. |
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Quando il cervello ha a che fare con un "falso allarme" che genera ansia, s’innesca una risposta fisiologica che può sembrare reale e terrificante. Il cervello può anche reagire come se il problema fosse un "toast bruciato". In questi casi, il pericolo può essere minimo, ma il cervello reagisce come se si trattasse di incendio dilagante. Vi è mai capitato di cucinare e magari il cibo è un po' troppo cotto o troppo vicino ai fornelli, per cui si sprigiona un po' di fumo ma non è nulla di grave, non si producono fiamme vere e proprie e tutto si risolve in modo rapido e sicuro? Eppure il rilevatore di fumo scatta lo stesso e bisogna usare lo strofinaccio da cucina per “cambiare” l'aria e far tacere l'allarme! In questo caso, c'era una piccola quantità di fumo o un "pericolo" minimo, ma l'allarme è scattato proprio come se le fiamme dilagassero in tutta la cucina. Questo può accadere al cervello delle persone quando c'è una situazione ansiogena, come ad esempio un colloquio di lavoro o un esame, ma i campanelli d'allarme interni reagiscono troppo intensamente alla realtà della situazione e quindi non riescono a funzionare correttamente o a portare a termine il compito. Pertanto il cervello percepisce tutta l'ansia (reale o immaginaria) come se la vita fosse letteralmente in pericolo, indipendentemente dal fatto che ciò corrisponda o meno alla realtà. Di conseguenza, l'amigdala rilascia sostanze chimiche, tra cui il cortisolo e l'adrenalina, che modificano in un millisecondo il funzionamento del nostro corpo. Il cervello risponde a questa percezione di minaccia per tenerci in vita, perché pensa che rischiamo di morire. Immediatamente la funzione del cuore e dei polmoni viene alterata. Il cuore inizia a pompare il sangue più velocemente e più intensamente verso le braccia e le gambe e lontano dalle parti del corpo più piccole e per il momento considerate non essenziali. Poiché il cuore pompa più velocemente, il respiro cambia, si ha il fiato corto, affannoso e superficiale. Il corpo si sta preparando a combattere, a fuggire o a bloccare il nemico, ... ma in realtà si è solo seduti su una sedia in attesa che inizi il colloquio di lavoro! Questo comporta uno squilibrio del delicato bilanciamento tra ossigeno e anidride carbonica nel corpo, il che può provocare vertigini, giramenti di testa o formicolii e può far sudare, provare caldo, freddo o sentirsi appiccicosi. Poiché il sangue non affluisce verso funzioni non essenziali, come la digestione del pranzo, si può avvertire un'urgenza intestinale o urinaria. Alcune persone sperimentano anche cambiamenti nella vista, come la riduzione della visione periferica (non è necessario notare quei bellissimi fiori in lontananza quando si sta correndo per porsi in salvo!). Molte persone avvertono anche tensione muscolare, soprattutto in parti del corpo come mani, collo e glutei. |
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Essere consapevoli di ciò che accade nel proprio corpo è il primo passo per spezzare questo circolo vizioso - la prossima newsletter ti dirà cos’altro fare. Si può notare come il processo di ansia possa affliggere profondamente il fisico e ad alcuni può sembrare di "impazzire" o addirittura di morire, soprattutto se non sono consapevoli di ciò che sta accadendo. Infatti, tutti questi cambiamenti fisiologici corporei inviano segnali di panico al cervello, che a sua volta rilascia ancora più sostanze chimiche ansiogene! In questo modo, il corpo entra in un circolo di feedback che aumenta la posta in gioco e innesca ogni sorta di pensiero legato alla minaccia percepita, come ad esempio "Questo colloquio andrà malissimo" o "Mi odieranno", che a sua volta fa battere il cuore ancora di più e... insomma, hai capito, vero? È chiaro quindi che l'ansia è utile e persino salvavita nei contesti giusti, ma quando rispondiamo a un "falso allarme", tutto può sembrare comunque - e di fatto lo è! - molto reale e terrificante. Nella prossima newsletter faremo un ulteriore passo avanti e ti forniremo uno strumento semplicissimo ma incredibilmente efficace per sovvertire questo circolo vizioso e creare al suo posto un circolo virtuoso. |
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