RENDIMENTO REALE VS RENDIMENTO NOMINALE
Una delle caratteristiche che da sempre contraddistingue le famiglie italiane è la loro capacità di accumulare risparmi.
Accumulare risparmi significa essere in grado di non consumare tutto il reddito disponibile ma di accantonarne una parte ogni mese/anno.
Questa caratteristica è conseguenza di un antico retaggio culturale che si trasmette da decenni e secondo il quale "risparmiare è un valore positivo, è una virtù".
Pur di risparmiare qualcosa a fine mese, le famiglie italiane hanno infatti imparato a fare sacrifici sia sul lato delle entrate: ad esempio lavorando ore di straordinario, piuttosto che sul lato delle uscite: ad esempio rinunciando al ristorante, alle vacanze o ad altre spese ritenute accessorie/comprimibili.
Ma essere in grado di RISPARMIARE non significa necessariamente essere in grado di GESTIRE IL DENARO IN MANIERA EFFICIENTE. Soprattutto OGGI in un Paese che ha vissuto per decenni in una sorta di "campana di vetro finanziaria" , dove i BTP a doppia cifra% ed un mercato immobiliare fuori controllo e successivamente "in bolla" hanno di fatto isolato gli italiani dalle "regole del mercato" ed eliminato la necessità da parte delle famiglie italiane di apprendere le regole base della finanza personale.
Ora che dobbiamo fare i conti con il mondo vero, incontro quasi quotidianamente persone (purtroppo di ogni età) che esprimono un pensiero riassumibile in queste parole:
"Eh, ormai non vale più la pena investire! I tassi sono talmente bassi che non ripagano neanche le spese del conto corrente: è meglio tenere i soldi sotto il materasso!!"
Chi esprime questo concetto probabilmente non conosce le basicissime logiche di tasso di interesse nominale, inflazione e tasso di interesse reale.
Se il mio denaro nell'arco di 12 mesi viene rivalutato di un tasso di interesse nominale del 2% ma, sempre nello stesso anno, l'inflazione (cioè il costante aumento dei prezzi di beni e servizi) è stata del 2%, il mio rendimento reale dopo 12 mesi è stato pari a ZERO.
Tasso di interesse nominale - inflazione = tasso di interese reale, cioè EFFETTIVO.
Storicamente queste due variabili sono andate quasi sempre "a braccetto"